lunedì 23 aprile 2012

La Situazione Economica : SPAGNA

        La Situazione Economica : SPAGNA


Il livello dello debito spagnolo, in relazione allo sviluppo della sua economia e’ troppo alto.
I governi regionali spagnoli contribuiscono al problema e non sono parte della soluzione. Buona parte del settore bancario spagnolo cerca di recuperare una situazione che, dati gli incredibile livelli di debito raggiunti, sembra irrecuperabile.
La Spagna non verra’ lasciata fallire.
La Spagna non è una tecnocrazia avanzata come l’Olanda o il Nord-Italia. La sua economia è molto piu’ dipendente da prodotti con poco valore aggiunto, o ai quali non hanno saputo aggiungere un premium price  (alimentare, chimici, abbigliamento…) rispetto a prodotti ad alto valore aggiunto  (automobili , biotech, computer…).
Questo riduce la capacita’ di sostenere il debito con maggiore sicurezza.
Nel confronto con l’Italia questa differenza riduce quello che sembra un vantaggio spagnolo in termini di rapporto Debito / Pil.  La Spagna e’ al 70% , l’Italia al 120% ma la sostenibilita’ di questo debito e’ sfavorevole alla Spagna proprio per la tipologia delle sue industrie e il valore aggiunto che queste sono in grado di trasformare in Premium Price sui loro prodotti.
Senza contare il rapporto Debito/ Pil Spagnolo all 8% 2011, contro il 4% dell’Italia nel 2011.
Non tutti i problemi spagnoli sono ad un livello nazionale. La maggior parte degli stati europei ha mantenuto la centralita’ del governo nazionale all’interno delle loro capitali, ma la Spagna ha decentrato molti poteri ai governi regionali. Tra questi anche un Autorita’ Autonoma per la gestione del Budget. 1/5 del debito totale nazionale  si trova all’interno dei governi regionali dove Madrid non avra’ facile imposizione. Il governo Spagnolo ha gia’ richiamato e legiferato per una minore autonomia regionale, ma il solo pensiero di uno stato centrale troppo invasivo terrorizza li spagnoli che non si sono ancora liberati dalla paura della dittatura di Franco. Una dittatura terminata da una sola generazione e conclusasi non con una rivoluzione o ribellione ma con la semplice morte del dittatore.  

La struttura del sistema bancario è differente rispetto agli altri stati europei. In parte dovuta alle ampie autonomie regionali la Spagna supporta degli Istituti di credito chiamati Cajas (Casse) che spesso sono la prima fonte di finanziamento per i governi e politici delle regioni stesse.

Il consolidamento di queste Cajas è gia’ iniziato ma il loro stato di indebitamento è tale che il costo per la loro fusione in istituti piu’ sani e’ stato stimato in 150 bln di €, circa il 15% del Pil.
Questi numeri non includono le perdite , ancora da quantificare con esattezza, del settore immobiliare / costruzioni.
La Spagna è stata uno dei pochi stati europei ad intraprendere delle politiche attive contro la riduzione della popolazione.
Dal 2000 in avanti Madrid ha di fatto alloggiato l’immigrazione, circa 1 mln di persone si è mosso, principalmente dal sud-america, verso la Spagna. Queste persone non avevano accesso al credito.
Il Governo non voleva che i nuovi arrivati si sentissero cittadini di 2° classe e cosi’ ha abbandonato gli standard richiesti per l’accesso al credito.
Il risultato è stato il boom immobiliare che come tutte le bolle è finita con la sua esplosione. Oggi la Spagna  (con 40 mln di abitanti ) ha piu’ di 1 mln di case non occupate. I mutui legati alla svalutazione di questi immobili devono ancora essere conteggiati e inseriti nel totale finale.
La Spagna , se fosse sola con i suoi numeri, sarebbe spacciata.
Ma la Spagna non è sola , quello che è successo in Grecia ci puo’ fare capire perche’.
La Grecia , un economia periferica dell’Unione Europea, ha un portafoglio commerciale molto inferiore a quello spagnolo, solo il 7% del suo prodotto interno lordo e’ indirizzato all’export. Nei 2 anni intercorsi dall’inizio del suo salvataggio tutti i collaterali a garanzia dei prestiti sono stati confiscati. Un fallimento Greco oggi impatterebbe il resto dell’Europa per una cifra di poco inferiore ai 140 bln di €.
L’Eu sopravviverebbe, senza contare che ogni settimana questa cifra e l’impatto di un suo fallimento si riducono. La Grecia è stata inevitabilmente accompagnata al suo destino sotto la parola salvataggio, soffocata lentamente. Oggi è sacrificabile e verra’ probabilmente sacrificata.
Ma con circa 1 Trilione di € il Pil Spagnolo e’ 5 volte quello Greco e il suo Export circa 11 volte quello Greco, per non parlare dell’esposizione con l’estero del sistema bancario. In qualsiasi scenario la Spagna non puo’ essere esclusa dall’Unione Europea. Se la Spagna fallisce , L’Euro fallisce.
Il sistema principe utilizzato fino ad oggi per aiutare la Spagna sono state le 2 operazioni di LTRO (Long Term Refinancing Operation) condotte dal buon Mario Draghi alla BCE. (liquidita’ illimitata alle banche che la richiedono all’1% per 3 anni). Durante queste 2 prime ondate di LTRO le banche hanno succhiato liquidita’ per circa 1 Trilione di €. Con i 2/3 dell’ultima tranche (circa 380 bln di €)  presi tutti da istituti spagnoli, principalmente le Cajas.
L’LTRO non risolve nessun problema dell’economia Spagnola (Europea in generale) mantiene solo il sistema in vita artificialmente. Altre immissioni di liquidita’ seguiranno, ma tolte queste e senza importanti cambiamenti strutturali all’Eurozona,  la Spagna (come il resto dell’Europa del Sud) non sara’ in grado di recuperare.



A presto,