giovedì 17 maggio 2012

cosa g.sachs pensa succederà al sistema bancario greco in caso di stop ai pagamenti da parte della troika



Leggiamo cosa Goldman Sachs (che con i Greci ha avuto parecchio da fare, leggi Grecia e Goldman, il patto proibito ) pensa possa succedere al sistema bancario ellenico in caso di Stop ai pagamenti della troika come ipotizzato ieri dalla Bce.




source: Goldman Sachs

Una stop ai pagamenti greci –La reazione della BCE è fondamentale

Come accennato in precedenza, data la situazione di grande instabilità politica in Grecia, il programma di aggiustamento greco è probabile che venga presto a una fine prematuramente. Con i pagamenti sospesi dalla troika la Grecia non sarà né in grado di finanziare il suo disavanzo primario né di adempiere ai propri obblighi di servizio del debito.

Questo "stop" nei pagamenti, data la necessità di chiudere bruscamente il deficit primario di bilancio (valore di circa 2,3% del PIL nel 2011), significherebbe un arresto immediato dell'attività economica. Gli arretrati non pagati (circa il 3,5% del valore del Pil) nel rapporto governo - ospedali e altre aziende del servizio pubblico porterebbero ad un immediato stop negli approvvigionamenti (ad esempio energia,acqua). La rigidità dei salari greci si tradurrebbe in ulteriori licenziamenti e sul mercato l’inflazione aumenterebbe.

Lo stato del sistema bancario in un ambiente così difficile stabilirà se la Grecia entrerà in una forte e dolorosa recessione o subirà un crollo molto più profondo e più traumatica dell’economia.

Un sistema bancario funzionante dovrebbe: (1) preservare il flusso di credito alle imprese, (2) consentire l'accesso ai depositi per le famiglie per attenuare la loro carenza di reddito; (3) garantire il funzionamento continuo del sistema dei pagamenti, e (4) compensare marginalmente l'accesso al finanziamento degli scambi per gli esportatori, mentre (5) gli importatori sarebbe ancora in grado di fornire all'economia  beni di prima necessità come l'energia, petrolio e cibo. Tutti questi elementi probabilmente potrebbero contenere i danni per l'economia.

Problemi che la  BCE deve affrontare il “ Day After”  lo stop ai pagamenti.

Se il sistema bancario resterà funzionante dipenderà in larga misura la reazione della Bce dalla decisione BCE alla decisione della troika di sospendere i pagamenti per la Grecia.

La Bce a quel punto non sarà costretta a fermare il flusso di liquidità alle banche greche.
Dovrà però prendere una serie di decisioni fondamentali.



• Le obbligazioni greche verso la BCE, del valore di circa 50 miliardi di euro, dovranno essere ripagate. Tuttavia, dato che la troika fa pagamenti tramite il conto vincolato stabilito, questo non riguarda direttamente il rapporto tra le banche greche e la BCE. Tali pagamenti di manutenzione comportano solo  un trasferimento interno di fondi all'interno del settore pubblico (cioè, dalla troika alla BCE);


• I requisiti di garanzia per le banche greche. Una volta che i titoli sovrani greci entrassero in default, essi non sarebbero più garanzie idonee per le operazioni di politica monetaria della BCE che fornisce la maggior parte della liquidità alle banche greche. Supponendo che la BCE non richiami immediatamente i repository che aveva precedentemente esteso alle banche greche  (qualcosa provocherebbe subito il crollo del sistema bancario greco)  tale disposizione di liquidità potrebbe essere sostituita dall’ assistenza di emergenza di liquidità (ELA) presso la Banca di Grecia (dove una gamma molto più ampia di garanzia è considerata accettabile). Nonostante la BCE imponga dei limiti su quanto le banche greche possono trarre dalla struttura ELA (sarebbe necessaria una ulteriore svalutazione ai collaterali), ci sarebbe  ancora spazio per le banche greche, come è accaduto durante il PSI;
• Il Capitale delle Banche. La ricapitalizzazione delle banche greche non è stata ultimata e il fallimento dei nuovi titoli creerebbe ammanchi di capitale aggiuntivi. Senza ricapitalizzazione, le banche greche saranno insolventi. Fornire liquidità alle banche insolventi non è nel mandato della BCE. Detto questo, la disposizione attuale temporanea di liquidità sotto la garanzia del Fondo ellenico per la stabilità finanziaria (per le banche locali) può essere estesa fino a quando non è  stata presa una decisione zona euro sul sostegno del fondo.

• Una potenziale corsa agli sportelli. Se i correntisti perdono la fiducia è probabile una corsa agli sportelli.Essa implica un aumento urgente e consistente del fabbisogno di liquidità per le banche greche e l'impegno di risorse aggiuntive da parte della BCE (all'estremo, anche un rilassamento delle norme collaterali).

Alla fine, è improbabile che la BCE possa accettare la responsabilità politica di escludere la Grecia dalla zona euro e/o farla precipitare in un collasso finanziario. Il destino greco verrà deciso dagli altri principali governi dell’area Euro.

Uno sguardo alla situazione nel suo insieme

La discussione di cui sopra è stata pensata per mostrare che non ci sono trigger automatici e istantanei per un collasso sistemico del sistema bancario (fatta salvo una corsa agli sportelli) legati ad un interruzione dei pagamenti da parte della troika ai greci. La BCE ha le strutture per sostenere la Greciae per proteggere le banche greche da una default dovuto a mancanza di liquidità (liquidity driven – default).

La decisione della BCE se comportarsi in questo modo o no avverrà in seguito ad una valutazione delle politiche dell'area dell'euro e dal fatto che una battuta d'arresto nei pagamenti greche potrebbero innescare una completa separazione della Grecia dalla zona Euro.

In larga misura, quindi, la decisione dipende dal fatto che c'è un governo greco nel luogo e la posizione di un tale governo. Un ripudio unilaterale degli accordi di finanziamento da parte della Grecia sarebbe probabilmente abbastanza per provocare reazioni altrettanto aggressivi dalle sue controparti dell'area dell'euro. Al contrario, non è chiaro quale sia la linea di condotta se la Grecia dovesse rimanere senza un governo stabile per un periodo prolungato di tempo.

In sostanza Goldman "minaccia" delicatamente i vertici politici di tornare in careggiata e riprendere a pagare gli interessi, rispettare gli accordi presi dai governi precedenti e non rompere.