sabato 1 febbraio 2014

I grandi dischi del rock: Alexander Spence "Oar"



Alexander "Skip" Spence (1946-1999). L'uomo in mezzo. Un vero genio dell'acid rock e della psichedelia, impazzito troppo presto e morto troppo tardi senza (ovviamente) avere ottenuto il riconoscimento dovuto.



Potremmo definirlo un Sid Barret d'oltreoceano anche se la sua pazzia è molto più lucida artisticamente rispetto a quella di Barret. Suona la batteria nel disco d'esordio dei Jefferson Airplane (Jefferson Airplane takes-off), si stanca subito e decide di cambiare. Passa dalla batteria alla chitarra/canto fondando i Moby Grape, gruppo di acid rock un pò troppo posh per l'epoca (una classica invenzione discografica che univa talentuosi musicisti per cavalcare commercialmente l'onda hippie) ma che suoneranno comunque una incredibile jam con Mike Bloomfield (Grape Jam) che verrà spudoratamente copiata dagli Zeppelin in Since i've been lovin' you.

Farà due dischi con i Moby Grape prima di "decollare" nell'iperspazio dell'Lsd da dove non farà più ritorno. Un'interessante episodio relativo al suo declino mentale accadde mentre in tour con i Moby Grape. Una notte sfondò la porta della camera del suo bassista a colpi di accetta anti-incendio (stile shining).

Da quel punto si poteva finire solo in un ospedale psichiatrico e così fu. Sei mesi di ricovero alla clinica mentale di Bellevue (diagnosi Schizofrenia), qui compose il suo testamento musicale Oar. Appena uscito corse in studio a Nashville e lo registrò in un giorno, suonando tutti gli strumenti. In seguito ebbe altre ricadute, venne riempito di Clorpromazina e messo fuori uso.

OAR è un vero e proprio capolavoro seminale con il quale nasce il genere Space blues e Space country.

Qui sotto il disco completo: