venerdì 7 febbraio 2014

Review: Lone Survivor



Lone Survivor: quando la realtà cinematografica prende spunto dai videogames e non viceversa. Ennesima pellicola sulla potenza bellica Usa, e sui Navy Seal in particolare. Il film narra la vera storia di Marc Lutrell, unico sopravvisuto dell'operazione Redwing (giugno 2005).



Operazione divisa in 5 fasi il cui obbiettivo finale sarebbe stato quello di disgregare l'attività militare di un gruppo di Talebani neutralizzando il capetto di turno per agevolare le elezioni politiche di quell'anno in Afghanistan.

Il film si concentra sul fallimento della fase 1, ovvero quella di sorveglianza e controllo da parte di un team di Navy Seals (4 unità). Che a poche ore dalla presa di posizione cade vittima di un'imboscata dando vita all'operation wings II. Il cui obbiettivo è ora di recuperare i soldati.

Molta enfasi viene data ai combattimenti in soggettiva (call of duty) e all'eccessiva emotività cinematografica di questi soldati. Se i Seal (o altre unità speciali) venissero dipinti in maniera più realistica creerebbero meno empatia con il pubblico. Il risultato è che questi 4 ragazzi sembrano, nella prima parte del film, più un gruppo di cowboy usciti per una battuta di caccia nei boschi che 4 operatori (killer) professionisti di un corpo scelto. Nella seconda parte, quando viene mostrata l'incredibile resistenza al dolore, si riesce ad avere una maggiore percezione del loro livello di disciplina e addestramento.

Ad oggi la migliore rappresentazione di queste unità, via Hollywood, resta quella degli uomini della Delta force in Black Hawk Down di Ridley Scott (non a caso come capo della quick reaction force viene messo Eric Bana, già scelto da Scott come Delta Force in BHD).

La parte più interessante, ed emozionale, è senza dubbio l'aiuto che il soldato superstite riceve dagli abitanti di un villaggio che si ribella ai talebani.

Degno di nota, soprattutto parlando di cultura Amerikana, e' il fatto che sia proprio il primo a sparare, l'unico a salvarsi.

Ottima la colonna sonora degli Explosions in the sky

voto: 5 (per la veridicità della storia, fosse stata inventata era 4).

Alla fine di questi blockbuster, da bravo Italiano, la domanda resta sempre quella di capire come mai noi non facciamo mai film del genere sui nostri reparti speciali ?

Siamo stati noi ad inventare i corpi speciali (una prima versione di uomini scelti della marina Italiana operava già nella prima guerra mondiale) i SAS britannici sono venuti dopo(1941) e i Seal sono addirittura degli anni '60 (voluti da Kennedy). Ad oggi i nostri COMSUBIN sono ancora i numeri uno al mondo e noi, come spesso accade con le nostre eccellenze, preferiamo raccontare le storie degli altri.

Parlo dei Comsubin perchè sono il corpo scelto della marina (quindi l'equivalente dei Seal) ma potrei citare anche gli altri 3:

9° reggimento Col Moschin (paracadutisti)
17° stormo incursori (aviazione)
e i G.I.S (carabinieri)

o ad un livello di poco inferiore (ma comunque eccellente) i Lagunari del Battaglione San Marco... i Maro'.... 

Una vergogna  il fatto che non siano in Italia, a nessun paese straniero si permette di processare il proprio sistema di difesa e i propri soldati.