lunedì 23 febbraio 2015

Renzi e La politica dello spettacolo

A volte guardo Matteo Renzi, il giovane presidente del consiglio, quando parla di riforme e mi chiedo fino a che punto la nostra generazione stia facendo il ruolo per cui si pensa che i giovani, quando diventano un pò meno giovani, siano relegati. Ovvero migliorare le generazioni precedenti.


Lo vedo e lo sento parlare con questa falsa sicurezza di chi mostra solamente la propria ambizione e il proprio essere stato profondamente vittima di quella che è la società dell'immagine e di come sia pronto a fare qualsiasi cosa pur di ottenere quella visibilità, attraverso quelli che non sono più comizi politici ma veri e propri spettacoli di varietà ai quali mancano solo i giochi pirotecnici in chiusura.
Le nuove generazioni non sono migliorate rispetto alle precedenti.
Sono peggiorate, peggiorano sempre di più.

Allora pensi agli statisti e leader politici di un tempo, a volte crudeli e a volte saggi, ma più liberi da questa schiavitù che, come scriveva Debord, è la società dello spettacolo.
Erano più liberi di fare quello che un capo, nel pieno delle sue funzioni, deve fare.
Comandare nell'ombra. E invece oggi ci ritroviamo questi personaggi di facciata che ci raccontano le più grandi menzogne con una sicurezza, un'apparente sincerità e un cinismo da lasciare senza parole.
E' come se non fossero nemmeno più essere umani. Come se il loro essere individui fosse stato completamente assorbito, distrutto, ucciso. Forse non lo sono mai stati o forse hanno perso la loro umanità in età molto prematura.

Questa messa in vendita dell'essere è oggi la più grave mancanza nella leadership occidentale, perchè queste sono le persone che dovrebbero in un certo qual modo, proteggerci, tutelarci. E invece sono le prime interessate solo a prendere e a soddisfare la loro sete di fama, visibilità, apparente successo e potere.

Credo che la mia generazione avrebbe dovuto, dovrebbe, ribellarsi.
E' un dovere di tutti gli individui che riescono a capire e a percepire che si trovano in un contesto che non è ideale e può migliorare. Hanno il dovere di dire qualcosa.
Una ribellione che può avvenire in centinaia di modi, non ne esiste solo uno.
Ma principalmente dovrebbe avvenire in un modo diverso da quello che altri vogliono farci usare lasciandoci l'illusione di essere noi a decidere.
E allora se veniamo spinti a cadere in questa trappola, in questa trappola della visibilità e ancora peggio nella trappola dell'uniformità, dell'uguaglianza, del mondo unico, veniamo spinti in una trappola mortale perchè l'unione continua coincide con la morte del pensiero razionale individuale a favore di quello della massa.
Ognuno di noi ha una specie di doppia identità, quando è solo e quando è immerso nella folla o in un gruppo. Solo i più forti riescono a farsi meno influenzare dalle folle. Di media la storia ci ha mostrato come le masse siano facilmente manipolabili e di come incredibili gruppi e numerose persone possano farsi manovrare con molta più facilità di quanto non accadrebbe ai singoli.

Allora il primo imperativo moderno per comandare è riunire la folla.
Questo è quello che sta accadendo, si raggruppa la folla per connetterla senza soluzione di continuità, unirla, uniformarla.
Di modo che venga completamente assopito e non più solo limitato ma bensì distrutto il pensiero individuale razionale a favore di quello irrazionale della collettività, della massa.
Da Washington a Pechino passando per Mosca e Kiev, finendo con Baghdad e Teheran e guai a chi si oppone, chi lo fa è un "nemico" della Libertà.

Per concludere quando vedo uno come Renzi promuovere questa strada, non posso far altro che dubitare della sua onestà e pensare che nel migliore dei casi lo stia facendo per ambizione, per poter arrivare in cima alla piramide globale. O nel peggiore dei casi (più probabile) che appoggi questo modello perchè in fondo è solo una stupida vittima che non ha mai nemmeno perso tempo a chiedersi il perchè.

Nonostante sia un "giovane"...