sabato 18 marzo 2017

Il gattino del castello di Ibiza


Il Gattino del Castello di Ibiza

C’era una volta, al tempo della fortificazione delle mura da parte dell’architetto Calvi, nel secolo d’oro Spagnolo, il gattino di un principe nipote di Filippo II che viveva nel castello di Ibiza.
Il principe non si decideva a trovare moglie e il gattino sentiva la sua solitudine.
Così un bel giorno vagando per la città vecchia decise di uscire dalle mura e sentendo un buonissimo odore di pulito e candeggina sia avvicinò alle lavandaie. Vedendo sventolare al vento un bellissimo lenzuolo bianco il gattino non resistette e vi saltò in cima sporcandolo.
Le lavandaie iniziarono a gridare per mandare via il gattino quando questi si fermò e si mise a fissare una bellissima lavandaia con una sguardo quasi dispiaciuto e rammaricato per non essere riuscito a resistere ad una tentazione.
A quel punto si sentì una voce gridare il nome del gatto, era il principe che lo aveva seguito avendolo visto uscire dalle mura. Le lavandaie una volta riconosciuto il principe si misero subito sull’attenti.
Avendo immediatamente compreso il misfatto e l’accaduto, il giovane reale si propose di porre rimedio all’incidente del lenzuolo ma le lavandaie dissero di non preoccuparsi affatto e che non sarebbe stato un problema tornare a lavarlo e pulirlo.
Gli occhi del principe non restarono insensibili allo sguardo della bella lavandaia che pur non dicendo una parola, disse moltissimo.
Da quel giorno il principe non faceva che pensare a lei.
Il gattino aveva capito cosa fare e di tanto in tanto si recava alla lavanderia dove veniva prontamente coccolato dalle lavandaie in attesa che il principe arrivasse e i due potessero incontrarsi nuovamente.

Fu così che nacque un grande amore sull’isola dell’uguaglianza.

Quando il Re venne a sapere che suo nipote si sarebbe voluto sposare con una lavandaia restò senza parole, ma quando gli raccontarono che il ruolo di cupido era stato così efficacemente svolto dal gattino parve allora molto divertito. E decise, vista la felicità di suo nipote, di fare erigere una piccola fontana d’acqua all’interno della città vecchia in onore del simpatico e provvidenziale felino.