giovedì 1 ottobre 2015

Jean Meslier

Un pensatore filosofo Francese del 17° secolo. Un precursore.
Un Curato Ateo che al momento della sua morte (nel 1729) lasciò nel cassetto un testamento incredibilmente critico nei confronti delle religioni etichettandole come strumenti di sopruso e potere utilizzanti la paura e l'ignoranza come leva principale.

Un vero rivoluzionario in abiti da prelato.

Qui sotto alcuni estratti dal suo "Testamento" pubblicato con prefazione di Voltaire nel 1733.
Voltaire appoggiava molte delle idee di Meslier ma si trovava in contrasto con la sua assoluta negazione di un essere supremo.

Da "il Testamento" del 1733:

"La vostra salvezza è nelle vostre mani, la vostra liberazione dipenderebbe solo da voi, se riusciste a mettervi d'accordo; avete tutti i mezzi e le forze necessarie per liberarvi e per rendere schiavi i vostri stessi tiranni. I vostri tiranni, infatti, per quanto potenti e terribili possano essere, non avrebbero alcun potere su di voi senza voi stessi; tutta la loro potenza, tutte le loro ricchezze, tutta la loro forza, viene solo da voi: sono i vostri figli, i vostri congiunti, i vostri alleati, i vostri amici che li servono, sia in guerra sia nei vari incarichi che essi assegnano loro: essi non saprebbero far niente senza di loro e senza di voi. Essi utilizzano la vostra stessa forza contro voi stessi, per ridurvi tutti quanti in schiavitù [...]. Ciò non succederebbe davvero se tutti i popoli, tutte le città e tutte le province si coalizzassero e cospirassero insieme per liberarsi dalla comune schiavitù. I tiranni sarebbero subito schiacciati e annientati. Unitevi dunque uomini, se siete saggi, unitevi tutti se avete coraggio, per liberarvi dalle vostre comuni miserie". afferma in un passo del Testamento.[4]
"Trattenete con le vostre mani tutte queste ricchezze e tutti i beni che producete in abbondanza col sudore del corpo, teneteveli per voi e per i vostri simili, non date niente a questi superbi e inutili fannulloni, che non fanno nulla di utile, e non date niente di tutto ciò a tutti questi monaci e questi ecclesiastici che vivono inutilmente sulla terra, non date niente a questi nobili fieri e orgogliosi che vi disprezzano e vi calpestano [...]. Unitevi tutti nella stessa volontà di liberarvi da questo odioso e detestabile giogo del loro tirannico dominio, nonché dalle vane e superstiziose pratiche delle loro false religioni. E così non vi sia tra di voi religione diversa da quella della saggezza e della moralità, da quella dell'onestà e della decenza, della franchezza e della generosità d'animo; non ci sia religione diversa da quella che consiste nell'abolire completamente la tirannide e il culto superstizioso degli dèi e dei loro idoli, nel mantenere viva la giustizia e l'equità ovunque, nel lavorare in pace e nel vivere tutti in una società ordinata, nel mantenere la libertà e, infine, nell'amarvi l'un l'altro e nel salvaguardare da ogni pericolo la pace e la concordia tra di voi [...]"

A colonna sonora di pensieri così innovativi e contemporanei allego questo meraviglioso Canone in Re Maggiore di Johann Pachelbel del 1680. 
Un incredibile sviluppo melodico che ruota intorno ad un unico accordo, ventotto magnifiche variazioni, mai un cambio di ritmo ma solo di complessità.
Si parte dalla semplicità per ritornare alla semplicità.
E mi viene in mente l'eterno ritorno di Nietzsche...