giovedì 16 aprile 2020

La guerra del Petrolio e la rielezione di Trump


Alcune brevi considerazioni sulla guerra del petrolio in atto e le ripercussioni sulla prossima elezione di Trump.

Chiunque legga o scriva di geopolitica sa bene che il Petrolio, in quanto principale risorsa energetica della produzione e movimentazione mondiale, è uno degli elementi più importanti del globo.

Il 9 Marzo l'Opec (guidata da Arabia Saudita) e Russia (+), rinominato Opec +, non si sono accordati sul taglio alla produzione, decidendo di aumentarla.

Sul Petrolio si sta abbattendo la tempesta perfetta, il coronavirus ridurrà la domanda a dei livelli che difficilmente permetteranno ai principali produttori di controllarne il prezzo.
I Sauditi, che hanno i costi di estrazione più bassi e pozzi relativamente vicini ai principali nodi marittimi, stanno svendendo il loro petrolio per i prossimi mesi a prezzi molto inferiori a quelli di mercato (i dati di alcuni giorni fa parlano di 4 dollari al barile per il mercato asiatico).

La riduzione del prezzo mette pressione all'industria dello Shale Oil americano.
Questa rivoluzione produttiva ha portato negli ultimi anni gli Usa a diventare il principale esportatore del mondo.
Se il prezzo non torna a salire verso i 40$ al barile gli impianti saranno costretti ad interrrompere la produzione (20$ è il loro production cost indicativo), la disoccupazione di un'industria e lobby così importante significa un problema molto grande per Trump e se fino a qualche mese fa sembrava scontata una sua rielezione, oggi, causa virus e questa meno pubblicizzata guerra del petrolio è a rischio.

Intanto MBS e Putin si dichiarano entrambi estranei al problema creato all'industria Statunitense scaricandosi "il barile" a vicenda.

Per quanto tempo il prezzo del petrolio resterà così basso ?

Riuscirà Trump a convincere il cartello globale a ridurre la produzione al punto da mantenere alti i prezzi ?

Ironico come un errore uscito da un laboratorio Cinese potrebbe costare la rielezione al Presidente che in politica estera ha avuto il merito di prevedere una forma di isolazionismo e autosufficienza oggi inevitabile.