lunedì 6 aprile 2020

Perfida Albione - La storia che non conosciamo




Ho letto un'interessante libro sul rapporto tra l'Italia e l'Inghilterra di Enrico Montermini chiamato "Perfida Albione"


Il testo ripercorre la ricerca dell'indipendenza energetica Italiana dal 1934 in avanti e le contromosse dei governi Inglesi per impedircelo.

Ricco di documenti inediti di cui qui sotto vi propongo un estratto.

Vae Victis...Guai ai vinti perché la storia la scrivono i vincitori...

DOCUMENTO N 9
Resoconto del colloquio tra Winston Churchill e il delegato apostolico monsignor William Godfrey del 17.11.1945.

SEGRETISSIMO


Questo documento è consultabile esclusivamente da diplomatici Statunitensi.
Presentiamo di seguito il testo di una lettera di Sua Eminenza monsignor William Godfrey, delegato apostolico a Londra, datata 7 Novembre 1945.
La missiva ha per oggetto un colloquio sostenuto con Winston Churchill il 6 Novembre 1945:
"Churchill ha esordito parlando dell'Italia. Egli è molto felice del fatto che le opinioni della Santa Sede siano in sintonia con le sue vedute anticomuniste. Su questo terreno, si potrebbe sviluppare una collaborazione fruttifera tra l'Inghilterra e il Vaticano.
Ho sottolineato che, a questo proposito, si registra un'identità di vedute anche più stretta, e di essere rimasto soddisfatto de colloquio sostenuto col nunsio apostolico (mons. Borgoncini, il 5 Settembre del 1945, in località Moltrasio, Como) durante la sua recente visita in Italia.

Tuttavia Churchill ha espresso dei dubbi su alcune tendenze di sinistra all'interno della DC ed è felice che Don Sturzo non abbia fatto ancora ritorno in Italia. Io l'ho rassicurato sulla situazione interna alla DC, spiegandoli che il partito seguirà alla lettera le direttive della Santa Sede. Gli ho poi detto di stare tranquillo su Sturzo. Non tornerà in Italia, dal momento che la Santa Sede gli ha ordinato di rimanere in America. Il Santo Padre spera che la situazione italiana si risolva senza conflitti o violenze e confida sul fatto che gli Alleati riconoscano il contributo dell'Italia alla guerra di Liberazione, garantendole una pace giusta e senza ricorrere a vendette o sanzioni.
Churchill ha risposto che l'Italia godrà di eccellenti condizioni di pace e che le sarà fornita una concreta assistenza per la ricostruzione.
Ciò è garantito, dal momento gli Stati Uniti e Unione Sovietica forniranno tutto il possibile sostegno morale e spirituale nell'ambito degli interessi britannici.
L'unica cosa che mancherà all'Italia è un'assoluta libertà politica. La Santa Sede dissentirà in parte da questa umiliante valutazione psicologica, che determinerà uno stato di discordia permanente e che provocherà la debolezza dei futuri governi Italiani. Tuttavia, Churchill ha affermato che tale mossa è necessaria. Il fascismo e la sconfitta bellica, infatti, hanno provocato una rovina tale da rendere impossibile che il popolo Italiano goda della tranquillità necessaria alla ricostruzione morale e materiale del paese, avvalendosi di una prassi democratica. Ci vorranno molti anni per raggiungere questo obiettivo. Ma, al momento, la rabbia e il risentimento dei partigiani sono così forti che il popolo Italiano non può essere abbandonato alle sue sole forze.
Notando che ero rimasto perplesso e turbato alle sue parole, Churchill ha aggiunto che il controllo politico sarà effettuato con la massima discrezione possibile e, comunque, sempre nell'interesse dell'Italia. Lasciato a sé stesso, il paese precipiterebbe nel giro di pochi mesi in una forma di fascismo peggiore di quello che l'ha condotto alla rovina.
Se fosse stato commesso l'imperdonabile errore di ammettere l'Italia nelle famiglia delle nazioni alleata dopo la liberazione di Roma (Giugno 1944) , accogliendola poi come una potenza di pari grado a San Francisco (Ottobre 1945), al giorno d'oggi l'Italia sarebbe una nazione vincitrice. E ciò avrebbe significato la sua completa rovina. Non sarebbe stato possibile esercitare alcun controllo sul paese. Sentendosi libera di scegliere il proprio destino (come gli statisti Italiani amano dire), l'Italia avrebbe sollevato l'odio e l'antipatia degli Alleati. Nessuno l'avrebbe aiutata e, alla fine, sarebbe piombata nell'anarchia e nella povertà. (...)