sabato 16 settembre 2023

Ricchi e Poveri dalla polis greca al villaggio globale.



Nel quinto secolo a.c. in Grecia gli uomini iniziano a considerare la ricchezza non più come un dominio sacro ed inviolabile. Non appare più come un diritto divino ma come un regalo del fato. Nasce così il desiderio di espropriare il possessore di questa fortuna, e se fino a poco tempo prima questo pensiero sarebbe stato empio, da qui in avanti inizia quasi ad apparire come un diritto.

"A Megara come in altre città" dice Artistotele "il partito popolare, ottenuto il potere, iniziò a confiscare le proprietà delle famiglie più ricche. Ma una volta su questa strada è impossibile fermarsi. Serve una nuova vittima ogni giorno fino a quando il numero dei ricchi espropriati o esiliati diventa così grande da formare un esercito".

In questo periodo delle storia Greca, ogni volta che vediamo una guerra civile, i ricchi sono sempre da una parte ed i poveri dall'altra. I poveri cercano di entrare in possesso delle ricchezze e i ricchi di tenerle o riconquistarle. 

In ogni guerra civile, dice uno storico Greco, l'obbiettivo è sempre lo spostamento di ricchezza. Ogni demagogo si comporta come Molpagora di Chio che ha consegnato alla moltitudine quelli che avevano denaro, massacrandone alcuni, esiliandone altri e ridistribuendo ai poveri i loro averi. 

Le classi agiate durante l'antichità non hanno mai avuto l'intelligenza o l'abilità di dirigere i poveri verso il lavoro, aiutandoli così a scappare onorevolmente dalla loro miseria. Il risultato erano città che galleggiavano tra due rivoluzioni, una per spodestare i ricchi, e l'altra per permetterli di recuperare le loro fortune. Questa situazione durò dalle guerre del Peloponneso fino all'arrivo dei Romani. 

In ogni città i ricchi e i poveri erano su i lati opposti delle barricate, si guardavano con odio e c'era una doppia cospirazione continua, i poveri per cupidigia e i ricchi per paura. Aristotele scrive che i ricchi fecero un giuramento tra di loro "Giuro di rimanere nemico del popolo e di infliggerli tutto il male possibile".

I governi venivano chiamati aristocratici quando i ricchi erano al potere e democratici quando il popolo era al potere. In realtà la democrazia non è mai esistita nemmeno allora. Semplicemente la democrazia con i ricchi al potere diventava una violenta oligarchia mentre con i poveri al potere una tirannia. 

Dal quinto al secondo secolo in Grecia e in Italia le forme repubblicane sono in pericolo e profondamente odiate da una delle due parti. Ora vediamo chiaramente chi cercava di distruggerle e chi aveva il desiderio di preservarle. I ricchi più illuminati e superbi rimangono fedeli alla repubblica mentre i poveri, per i quali i diritti politici contavano meno, sono pronti ad affidarsi ad un tiranno.

Da questo momento i partiti iniziano a cambiare nome, non si tratta più di aristocrazia o democrazia ma di chi combatte per la libertà o la tirannia. Dietro questi due nomi la ricchezza e la povertà sono in lotta. Libertà significa governo dove i ricchi comandano e difendono le loro posizioni mentre tirannia l'esatto contrario. 

Proviamo ad avanzare velocemente dalla polis greca al moderno villaggio globale, chi sta lottando per la libertà ? E chi si sta affidando a dei tiranni per ottenere la ricchezza ?