lunedì 21 aprile 2025

La doppia crisi dell’UE: Trascurare abitazione e benessere per ideologia e conflitti




La crisi del 2008 ha rivelato la fragilità delle economie occidentali, eppure i leader dell’UE hanno continuato a perseguire politiche che privilegiano agende ideologiche e conflitti esteri rispetto ai bisogni fondamentali dei cittadini. Mentre i prezzi delle case nelle principali capitali europee schizzano a 700.000 € per appartamenti modesti, i regolatori riversano miliardi nella guerra in Ucraina e in iniziative simboliche come le quote per la parità di genere e i mandati del Green Deal—politiche che ignorano il crollo della capacità di vivere dignitosamente per gli europei comuni. Questo post esamina come l’ossessione dell’UE per le “sconfitte strategiche” all’estero e il virtue-signaling interno abbiano aggravato le crisi domestiche, con l’abitazione come simbolo più chiaro del fallimento sistemico. Le lezioni di Vienna e Singapore offrono una via d’uscita, ma solo se la volontà politica si riorienterà verso i cittadini.


1. La guerra in Ucraina: una costosa distrazione dalla sopravvivenza interna

Dal 2022, l’UE e gli Stati membri hanno stanziato oltre 155 miliardi di dollari (146 miliardi di € ai tassi di aprile 2025) in aiuti militari, finanziari, umanitari e per i rifugiati all’Ucraina—una cifra che eclissa gli investimenti in edilizia, sanità o resilienza energetica. Sebbene la solidarietà con l’Ucraina sia moralmente giustificabile, la scala della spesa rivela una sproporzione nelle priorità:

  • Costo opportunità: I 146 miliardi di € destinati all’Ucraina potrebbero finanziare circa 2,2 milioni di unità di edilizia sociale (a 65.000 € ciascuna, adeguati ai costi di costruzione 2025), risolvendo il problema dei senzatetto per 5-6 milioni di europei. Invece, i senzatetto nell’UE sono aumentati del 15% nel 2023, senza inversioni di tendenza.

  • Autolesionismo economico: Le sanzioni all’energia russa hanno fatto schizzare i costi di elettricità e riscaldamento, colpendo soprattutto le famiglie a basso reddito. In Germania, i costi energetici domestici sono aumentati dell’80% dal 2021, con bollette medie passate da 1.500 € a 2.700 € annui entro il 2025. In tutta Europa, i prezzi dell’energia restano il 12% sopra i livelli prebellici, nonostante il calo dei prezzi all’ingrosso. L’industria tedesca, già sotto pressione per il Green Deal, affronta soprattassi energetici di 100 miliardi di € l’anno, accelerando la deindustrializzazione.

  • Illusione strategica: La fissazione dell’UE per una “sconfitta strategica della Russia” ignora la realtà del conflitto, con Mosca che avanza e le difese ucraine in crisi. Il rifiuto del Sud Globale di isolare la Russia, unito al calo del sostegno statunitense, rivela l’eccessivo impegno europeo. Le industrie difensive dell’UE restano impreparate a ricostituire le scorte, con il 52% dei contratti ancora basati su fornitori nazionali.

La guerra è diventata un buco nero per risorse che potrebbero stabilizzare il contratto sociale europeo. I politici la dipingono come una lotta esistenziale, ma ignorano le minacce reali: case inaccessibili, povertà energetica e una generazione perduta senza prospettive.


2. La disperazione abitativa: terreno fertile per il radicalismo

Precedenti storici:

  • Italia fascista (1922–1943): Il regime di Mussolini investì nelle Case Popolari per conquistare il sostegno operaio, presentandolo come un dovere nazionale.

  • Germania nazista (1933–1945): Il programma “Forza attraverso la gioia” prometteva case economiche per famiglie “ariane”, strumentalizzando la scarsità abitativa per colpevolizzare ebrei e “indesiderabili”.

  • Blocco sovietico (1945–1989): I regimi comunisti garantivano alloggi di Stato come parte del “contratto sociale”, usati per reprimere il dissenso.

Parallelismi moderni:

  • Giovani disillusi: In Spagna, dove l’80% degli under-35 non può acquistare una casa, il partito di estrema destra Vox è passato dal 3,7% nel 2015 al 12,4% nel 2024, conquistando 33 seggi al Congresso.

  • Rabbia degli affittuari: A Berlino, dove il 59% degli abitanti è in affitto, le proteste del 2021 contro i “padroni globalisti” hanno visto convergere estremisti di sinistra e destra. I prezzi delle case in Germania sono saliti del 24,5% (2015–2023), gli affitti del 20% (2010–2023).

  • Esplosione dei senzatetto: In Francia, i senzatetto sono aumentati del 50% dal 2012, raggiungendo 300.000 nel 2024. Il Rassemblement National di Marine Le Pen ha ottenuto il 37% alle elezioni UE 2024, cavalcando l’euroscetticismo.

Quando si perde la speranza di una casa, si cercano alternative radicali. Nel 2023, il 46% degli europei temeva di non trovare o mantenere un’abitazione adeguata entro 1-2 anni, alimentando sfiducia nelle istituzioni.


3. Vienna e Singapore: prove che le priorità contano

  • Lezione di Vienna (1917–1934): Dopo la guerra, i leader viennesi ignorarono ideologie e conflitti esteri. Tassarono i ricchi, costruirono case e investirono nella sanità. Risultato: un secolo di stabilità sociale.

  • Lezione di Singapore (1965–oggi): Lee Kuan Yew rifiutò la retorica della Guerra Fredda per concentrarsi su edilizia, istruzione e lotta alla corruzione. Oggi, i singaporiani godono di sicurezza abitativa grazie a priorità chiare.


4. Un piano per l’UE: case prima, ideologia dopo

Per salvare l’Europa, i leader devono:

  1. Ridirigere i fondi per la guerra: Destinare il 50% degli aiuti militari all’Ucraina (73 miliardi di €) a edilizia sociale e sussidi energetici.

  2. Riprendere il modello viennese: Introdurre tasse sugli extraprofitti immobiliari per finanziare alloggi pubblici.

  3. Adottare il pragmatismo di Singapore: Limitare l’acquisto di case da parte di stranieri, obbligare all’occupazione e concedere terreni pubblici per progetti accessibili.

  4. Fermare il suicidio energetico: Negoziare la pace in Ucraina per ripristinare flussi energetici economici.


Conclusione: Scegliere la sopravvivenza, non la vanità

L’UE è a un bivio: continuare a inseguire sogni geopolitici e simbolismi ideologici, o privilegiare la sopravvivenza dei cittadini. Vienna e Singapore dimostrano che la sicurezza abitativa è la base della prosperità—non quote di genere, tasse sul carbonio o guerre estere. Se i leader falliranno, governeranno un continente di affittuari, anziani in povertà energetica e industrie in fuga.

Chiamata all’azione:
Esigere un vertice UE su casa, energia e pace—non altri miliardi per guerre e virtue-signaling.


Dati aggiornati (2025):

  • Costi guerra Ucraina: 146 miliardi di € (2022–aprile 2025), inclusi 101 miliardi in donazioni e 54 miliardi in prestiti.

  • Bilancio UE per l’edilizia: Solo 5 miliardi di € annui (2021–2027), meno del 25% degli aiuti all’Ucraina.

  • Prezzi case in Germania: +24,5% (2015–2023); affitti +20% (2010–2023).

  • Chiusure fabbriche in Francia: 12% nel 2023; produzione industriale -5,8% (novembre 2023).

Letture consigliate:

  • Il sequestro dell’abitazione - Jaime Palomera (Ediciones Peninsula 2025).

  • The High Cost of Sanctions (Bruegel, 2023).

  • War and Welfare: Trade-Offs in Modern Europe* (Financial Times, 2024)

  • Singapore's Real Estate - 50 Years of Transformation (Wspc, 2016)

  • Vienna and the New Wohnkultur 1918-1938 (Oxford University Press, 2024)