giovedì 10 gennaio 2013

20 buoni motivi per non credere all'elite europea



I giornali e le televisioni sono pieni di grandi annunci che inneggiano all'ottimo lavoro svolto dai leader europei (a bruxelles e anche in patria). Si parla di catastrofi evitate e di ripresa imminente. I numeri però continuano a dirci ben altro. La situazione è gravemente peggiorata con il sud-europa in piena depressione, i picchi di disoccupazione superano quelli raggiunti dagli Usa nel 1929. Qui di seguito 20 buoni motivi per non credere alla propaganda europea:
  • l'attività manifatturiera in Francia e Germania è rallentata per il 10° mese consecutivo
  • la disoccupazione europea ha raggiunto l'11,8% , un nuovo record
  • nel novembre 2012 l'Italia ha avuto il maggior calo di vendite al dettaglio degli ultimi 2 anni
  • l'attività manifatturiera Spagnola è rallentata per il 20° mese consecutivo
  • i prestiti che non verranno mai ripagati rappresentano oltre il 20% del totale dei prestiti bancari Greci
  • il 22% della popolazione Irlandese vive in famiglie senza un lavoro
  • la disoccupazione in Grecia ha raggiunto il 26%, l'anno scorso era al 18,9%
  • la disoccupazione in Spagna è al 26.6%
  • la disoccupazione giovanile a Cipro è al 27%, nel 2009 era al 10%
  • le vendite di automobili Francesi sono calate del 28% rispetto all'anno scorso
  • il tasso di povertà in Grecia è al 36%, nel 2009 era al 20%
  • la disoccpuazione giovanile in Italia è ad un nuovo record, 37,1%
  • in Bulgaria il tasso di povertà è al 44%
  • la disoccupazione giovanile in Spagna è ad un nuovo record, 56,5%
  • la disoccupazione giovanile in Grecia è ad un nuovo record, 57,5%
  • Citigroup afferma che esiste un 60% di probabilità che la Grecia dovrà lasciare l'euro entro 12-18 mesi
  • in Spagna il mercato immobiliare offre sconti fino al 70% rispetto al picco del 2006-07, ci sono attualmente 2 mln di case invendute.
  • il rapporto debito/pil Greco sta rapidamente raggiungendo il 200%
  • secondo l'associazione dei produttori di auto Francesi il 2012 è stato il peggiore anno dal 1997, in Italia il numero di nuove immatricolazioni è ritornato ai livelli del 1979.
  • nel 2005 in Francia si producevano 3,5 milioni di auto, oggi siamo a 2 milioni scarsi.
Intanto, ai piani alti si pensa a come "spartirsi" il parlamento e a quale bella nuova tassa potranno pagare i "felici" cittadini europei.
via tcdb,