martedì 28 maggio 2013

Congo: un genocidio silenzioso

bandiera, repubblica democratica del Congo

Quando si parla di geopolitica si parla degli interessi che una nazione rappresenta per un'altra in termini di geografia,risorse e demografia.Ogni guerra si combatte per interessi geopolitici,ma le motivazioni con le quali queste guerre cercano la loro giustificazione attraverso l'opinione pubblica sono sempre molto diverse. Libertà,democrazia,giustizia ecc ecc.Assistiamo così al paradosso del marketing moderno e del disconoscimento della realtà. Passando da una coca-cola dietetica, una ferrari ecologica, una cioccolata dimagrante e un'austerità che porta sviluppo, arriviamo ad una guerra umanitaria. L'esempio degli Stati Uniti in medio oriente è uno dei più lampanti.Invadono l'Iraq e minacciano l'Iran per portare la democrazia mentre appoggiano tout court l'Arabia Saudita,(se parliamo di diritti umani, libertà d'espressione, diritti delle donne ecc ecc l'Iran confronto all'Arabia Saudita è disneyland).

Oggi la più grande catastrofe umanitaria dalla fine della seconda guerra mondiale non sta avvenendo in Libia,Siria o Afghanistan ma nella repubblica democratica del Congo.Dalla metà degli anni '90 al 2013 si parla di 6 milioni di morti (di cui la metà bambini). Nonostante questi numeri da olocausto o gulag sovietici molta poca attenzione è stata data dai media internazionali rispetto al Sudan (petrolio), Siria (gasdotti), Libia (petrolio/gas), Ex-Jugoslavia (area d'nfluenza Russa sull'europa occidentale).

La storia è in sintesi sempre la stessa, c'è un movimento rivoluzionario di ribelli (M-23 dalla data di creazione 23-3-2009) armato dal Rwanda e Uganda con soldi occidentali,che destabilizza il paese a suon di proiettili per poter commerciare a prezzi di saldo le risorse minerarie 
(cobalto,rame,oro,diamanti) e l'importantissima miscela di columbite-tantalite (coltan) per l'industria elettronica. 

provincia di North Kivu, base M-23
L'impunità e la libertà nella quale sono stati lasciati i responsabili della guerra in Ruanda da parte della comunità internazionale ha portato la violenza in Congo (1994).Gli Americani in Africa,dopo l'esperienza in Somalia (1993),non hanno più intenzione di mettere piede e così utilizzano militari locali addestrandoli e armandoli a basso costo. Il favore viene ripagato,per esempio,con l'invio di soldati Ugandesi in Afghanistan o Ruandesi in Darfur. Lo scorso novembre l'M-23 ha preso il controllo di importanti città come Goma, minacciando di marciare sulla capitale Kinshasa e deporre il presidente. Il governo dall'altra parte, sta pensando alla possibilità di dichiarare guerra al Rwanda per l'appoggio a questi ribelli.

Nell'ordine delle priorità umanitarie, fermare un genocidio da 6 milioni di morti che posto occupa ?

Evidentemente più basso degli sfottò "razzisti" allo stadio.