sabato 7 settembre 2013

L'antropocentrismo e la Finanza




Questo è il 1° articolo di una serie che tratta il  rapporto tra l'antropocentrismo, la finanza e la crisi attuale nella quale siamo finiti e che sembra poter essere risolta solo con le bombe.


C’era una volta un sogno, un sogno in cui l’uomo avrebbe  dominato la natura circostante, tutto il mondo e tutte le cose presenti in esso.
L’uomo come emanazione diretta dello spirito alla base dell’universo.
Alla fine l’istinto di dominazione sulla natura verrà traslato anche sui suoi simili fino a quando non ne resterà soltanto uno o una piccolissima accettabile minoranza.
L’evoluzione umana moderna, la globalizzazione, la finanziarizzazione, la realtà virtuale parallela sono dei passaggi necessari per il raggiungimento dell’obbiettivo finale o quanto meno per il raggiungimento della sua illusione.
Come siamo arrivati a dove siamo oggi, come siamo arrivati dopo 2 milioni e mezzo di anni sulla terra a creare una diseguaglianza tra gli uomini senza precedenti nella storia. E’ questa la strada corretta o ci siamo semplicemente persi nell’illusione di avere creato e compreso un Dio dal quale ci sentiamo nominati come suoi ambasciatori ufficiali sulla terra ?
L’antropocentrismo nel quale le culture euro-asiatiche sono affogate e hanno sommerso il resto del mondo attraverso la tecnologia e la conseguente antropizzazione del territorio è allora l’unico futuro possibile?
Nella storia dell’economia e della finanza moderna uno dei massimi slanci che ha portato l’uomo sopra il resto dell’universo si è avuto il 15-agosto del 1971 quando il presidente Usa Richard Nixon ha abbandonato il gold standard legando il valore di tutte le valute al dollaro.
Prima di allora il valore che gli esseri umani attribuivano alla loro ricchezza era legato alla natura, da quel momento in avanti l’uomo dipendeva da se stesso nella determinazione del proprio potere e valore. L’uomo come creatore e generatore di ricchezza, l’uomo - Dio. Quello che è successo in seguito è stato un trionfo di irrazionalità ed emotività, un’orgia di illusioni nella quale la specie umana ha pensato di avere trovato la chiave per la ricchezza infinita. 
Ad intervalli più o meno regolari durante questa super festa si presentavano degli Shock. Una prima batosta o un primo segnale di quello che la sensazione di ricchezza e potere infinito può causare avvenne nel 1929. Ma allora la regolamentazione era ancora di tipo industriale era ancora legata alla realtà circostante, alla produzione, al lavoro.
Dal 1971 in avanti gli shock hanno riguardato solo il capitale non inteso come denaro reale ma come potere di distruzione e creazione, quelle cifre incomprensibili che spostandosi da uno schermo all’altro da una parte all’altra del mondo rappresentano la realizzazione sovraumana della nostra illusione di potere.
Ma il sogno non è la realtà e a volte il risveglio può essere brusco. Ogni qualvolta l’illusione del capitale crea uno shock è quindi il denaro reale che deve andare a riparare il danno, sono i salari e gli stipendi che devono ripagare le perdite del capitale dalle proprietà divine.
La mancanza di confini nella movimentazione di questo “potere” illude ancora l’uomo e nasce così questa vera e propria fissazione di tutta la classe dirigente occidentale per la Globalizzazione.
Il risultato di questa sete di potere infinito è che oggi il 2% della popolazione mondiale possiede oltre il 51% della ricchezza planetaria. Non è più una questione di ricchi e poveri tra primo secondo e terzo mondo, la disparità fra classi sociali in un economia globale diventa globale anch'essa. L'80% della popolazione mondiale possiede il 6% della ricchezza. Le 300 persone più ricche del pianeta hanno più ricchezza di tutti gli abitanti di Stati Uniti - India - Cina e Brasile insieme.
Prima di questa fissazione antropocentrica chiamata globalizzazione per cui un manipolo di persone come nei cartoni animati o nei film di James Bond deve assolutamente dominare il mondo (per poi inevitabilmente portarlo alla distruzione) le cose erano, per assurdo, più equilibrate.

200 anni fa le popolazione più ricche possedevano una ricchezza 3 volte superiore a quelle più povere, alla fine del colonialismo (1960) il rapporto era passato a 35 volte. Oggi siamo ad 80 volte.