lunedì 21 ottobre 2013

Priebke: Una polemica inutile e sterile

Tokyo 10-3-1945


Ho guardato con attenzione la polemica suscitata dai funerali di Priebke e non ho potuto fare a meno di chiedermi dove risieda il fondamento di tanta ostilità.

Il punto non è giudicare l'ex capitano delle SS come assassino, il punto è determinare la moralità o l'immoralità delle azioni di guerra.

Il processo a Priebke risulta quindi ridicolo. Da un lato il comprensibile dolore delle vittime di quell'eccidio e dall'altro,un soldato, la cui colpa finale è stata quella di trovarsi dalla parte dei perdenti.

Si perchè non esiste una netta linea di demarcazione tra moralità e immoralità in guerra. L'unica differenza è data da chi vince e chi perde. I primi si salvano, i secondi vengono condannati per crimini contro l'umanità.

Pensiamo solamente a quanto fecero gli Americani in Giappone. 
Nel 1942 l'aviazione Usa sviluppò il bombardiere B-29, la fortezza dell'aria. Un aereo in grado di sganciare il suo carico da altissima quota per evitare la contraerea avversaria. Il problema del B-29 era dato dall'imprecisione degli attacchi. Gli obbiettivi venivano spesso mancati a causa dell'eccessiva distanza.

Così il "mitico" generale dell'aviazione Usa Curtis LeMay pensò di iniziare una campagna di bombardamenti incendiari notturni a bassa e media quota. Tokyo era una città dove la maggior parte delle abitazioni civili venivano costruite in legno. Tra la notte del 9 e 10 marzo 1945 la capitale fu fatta bruciare senza pietà.

Robert Mcnamara, allora capo dell'ufficio controllo statistico dell'aviazione, ricorda bene una telefonata con il generale nella quale Curtis disse "Robert, se non vinciamo questa guerra verremo certamente perseguitati per crimini contro l'umanità".

Per non parlare del bombardamento di Dresda tra il 13 e 14 febbraio del 1945. Gli Usa e gli Inglesi devastarono,durante il carnevale,il centro della città Tedesca con bombe incendiare al fosforo. Si racconta di civili trasformatisi in torce umane che,cercando una vana salvezza, si gettavano nel fiume Elba.
Ma il fosforo continua a bruciare, anche a pelo d'acqua. 
In quel caso i morti civili furono oltre 25.000.

La guerra è il punto più basso che il genere umano abbia dimostrato di potere raggiungere.

Da entrambe la parti resta la cenere e il dolore ma sono solo i vincitori a scrivere la storia, ad auto-assolversi dai crimini commessi e a condannare chi ha eseguito azioni immorali esattamente come loro.