lunedì 4 novembre 2013

Joy Division

Ian Curtis 


Lo scorso week-end ho rivisto un bellissimo film (Control 2007 di Anton Corbijn) sul prematuramente scomparso leader dei Joy Division Ian Curtis.

I Joy Division sono stati una delle più importanti rock-band venute dall'Inghilterra (si, più importanti dei Beatles). 

Hanno rappresentato il ponte di passaggio dal punk al synth-pop e come nessun'altra band hanno saputo affrontare il nichilismo esistenziale.

Questo tema resta ad oggi il vero marchio di fabbrica e la migliore espressione delle liriche scritte dai gruppi inglesi.

Con due soli album all'attivo (Unknown Pleasure 1979, Closer 1980) insieme al produttore Martin Hannet, hanno definito un suono che avrebbe influenzato in maniera incredibile tutti i gruppi successivi. Basti citare canzoni come Atmosphere, Shadowplay o New Dawn Fades  per ritrovare quelle intenzioni nei Cure (pictures of you), Clash (Straigh to hell), U2 (Bad), nel più recente Neil Young (Freedom), R.e.m, ecc ecc.
Un mix di Kraftwerk, Black Sabbath e Doors.

Ian Curtis è stato il Jim Morrison inglese con l'unica differenza di non essere altrettanto bello e sessualmente affascinante. 

L'intensità della sua performance era però allo stesso livello. Curtis non era un frontman che pensava prima di andare sul palco a cosa dovesse fare un frontman (questa caratteristica innata è rarissima anche tra i grandi nomi).

I Joy Division rappresentano l'inizio di quella che sarà negli anni '80 e '90 l'ondata di Manchester (o meglio Madchester). Il presentatore televisivo e imprenditore Tony Wilson attraverso la Factory records e il suo locale l'Hacienda produrrà una serie di gruppi (Joy, New order, Happy Mondays ecc.) lasciando loro la massima libertà creativa e contribuirà al passaggio culturale dal post-punk alla dance, dalle rockstar ai Dj, dai pub ai rave, dalla birra all'ecstasy.

Il suo programma sulla Tv regionale Granada Tv "So it goes" è stato il primo a portare nelle case degli inglesi gruppi di "outsider" come i Sex Pistol, Iggy Pop o i Joy Division (per quanto riguarda la storia della musica meglio 1 Tony Wilson di 1000 Simon Cowell....).

Una nota particolare la merita il bassista dei J.D. Peter Hooks, i suoi riff così acuti da sembrare quasi un'altra chitarra sono un drive  e una caratteristica inconfondibile del loro sound.

Ian Curtis morirà giovanissimo, impiccandosi a 23 anni. L'acuirsi dell'epilessia e una tormentata relazione sentimentale non lo aiuteranno.Love will tear us apart resterà la loro canzone più famosa e proabilmente il suo testo maggiormente autobiografico. 

In questo video, una delle loro apparizioni televisive, con Trasmission... ladies and gentlemen....i JOY DIVISION