venerdì 17 gennaio 2014

The Apprentice 2 : in onda la vanità del capitalismo



Questa sera inizia la nuova serie dell'ennesimo reality dove il drive emozionale è sempre lo stesso di 2000 anni fa, "Eliminare" qualcuno.

A cura di Guido Rovatti

Siete carichi?

Oggi inizia “The Apprentice 2”.

Un plotone scelto di giovani aspiranti a divenire apprendisti alle dipendenze del “Boss” è pronto a dare e a darsi battaglia.
In questo tripudio capitalistico autoreferenziale quadratico, che “vende” cioè “la vendita”, vedremo giovani impegnati a scalzarsi a vicenda, in un gioco che per certi versi ricorda la serie “The Saw” (l’enigmista): a parità di risultati, chi saprà conquistare il cuore (portafoglio) del boss, andrà avanti, gli altri invece, si sentiranno recitare la famosa sentenza: “Per me, sei fuori”, e a quel punto potranno solo sperare di essere riciclati da BigMedia e magari finire in altri polpettoni tele-visivi (vedi Aba xfactor).


In un mondo malato di cancro, dove l’uomo è divenuto funzionario del capitale (nota bene: a tutti i livelli) e si appresta a finire alle dipendenze delle “macchine senzienti”,un programma come questo pare essere l’ennesima pioggia sul bagnato.

La domanda che spesso ci si pone: ma è la gente che induce le industrie a produrre certi prodotti, o sono le industrie che inducono la gente a consumare i propri prodotti concepiti ad hoc?

Poco importa forse, poichè algebricamente:  invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia.

E allora “avanti coi carri”, il profitto sopra a tutto, e la celebrazione di questo comandamento oramai divenuto “più che religioso”, oltre che a riempire ogni giornata lavorativa dell’uomo occidentale, andrà in onda per raggiungerlo anche quando (forse) vorrebbe riposare, o magari riflettere su altri aspetti della propria esistenza.

I ragazzi sono avvisati, non un colpo di tosse fuori posto, non un raffreddore di troppo, o le loro fragili orecchie potrebbero sentir risuonare: “Per me, sei fuori”.