sabato 6 dicembre 2014

La guerra tra Russia e Occidente è già iniziata



Il crollo del prezzo del petrolio è come il colpo di pistola, il segnale di partenza per uno scontro che in molti hanno preannunciato e sperato di evitare ma che ormai è già iniziato.

Come disse il "buon" Cesare "Alea Iacta Est" (il dado è tratto), le sanzioni contro la Russia sono state bazzecole ma il crollo del prezzo del petrolio è un'altra cosa.
La storia recente è già stata testimone di un evento simile nel 1986 quando una sovrapproduzione unita ad un calo della domanda portò il prezzo del greggio ad un caduta del 46% attraverso quella che venne definita una "oil glut".

Crollo del 1985-86

Beneficiarono di questo calo gli Usa, l'Europa e il terzo mondo, ne soffrirono i paesi produttori ed in particolare l'Unione Sovietica che nel giro di tre anni si ritrovò costretta ad abbattere il muro data l'insostenibilità dei costi per quell'incredibile apparato.

Non credete troppo alle ideologie o alle favolette, per quanto amara possa sembrare la realtà se il prezzo del greggio non fosse crollato nel 1986 il muro sarebbe rimasto ancora (forse non per sempre ma d'altra parte niente è per sempre).

Il rublo segue specularmente il prezzo del petrolio e Mosca sta intervenendo per sostenere la valuta nazionale come mai prima (in ogni caso, meno di quanto non abbia fatto la Fed dimostrandosi per assurdo più capitalista e orientato ad un reale autocorrezione del mercato di quanto non siano gli Americani).

in blu il Rublo e in nero il Petrolio

Gli interventi monetari non basteranno, un prolungato calo del prezzo del greggio manderà l'economia Russa in ginocchio. 

E a quel punto non si arriverà senza conseguenze.

Il Cremlino ha budgettizzato per il biennio 2015-2017 un prezzo medio di 100$ al barile e a questi livelli sarà in deficit già dall'anno prossimo.

La prima grande guerra combattuta per il petrolio fu quella tra Giappone e Usa iniziata a Pearl Harbour e conclusasi con la bomba atomica. Questo confronto tra Usa e Russia utilizza il petrolio non come fine ma come mezzo.

La Cina ringrazia (tra i due litiganti il terzo gode) e l'Europa non ha ancora capito cosa stia succedendo, quando lo farà sarà troppo tardi.

Leggi anche: breve storia del petrolio, considerazioni sulla geopolitica della Russia

p.s.
Isis, Iran, Norvegia e Venezuela subiranno, nel breve termine, i maggiori effetti collaterali.