sabato 16 maggio 2020

16-5-2020 - Riflessioni

Alcune considerazioni sul momento che stiamo vivendo.

- La libertà come concetto sopravvalutato

In questa quarantena stiamo sperimentando cosa possa aver significato vivere sotto un regime che regolamenta e dispone della nostra libertà di movimento.

Molte persone stanno soffrendo per queste limitazioni, altre hanno trovato uno schermo dietro il quale proteggersi e coprirsi.

Segretamente, ci sono individui per cui la libertà crea più ansie e preoccupazioni dell'autorità.

Capisco come alcune figure possano pensare sia giusto e positivo liberare i popoli dalla libertà.

- Equilibrio tra altruismo ed egoismo

La autorità hanno cercato, stanno cercando, di individuare il giusto punto di equilibrio tra altruismo ed egoismo.

a) Chiudiamo tutto per salvare migliaia di vite.

b) Riapriamo per non rischiare di perdere una generazione (Se una manovra finanziaria Italiana vale in media 30 miliardi, con un provvedimento da 150 è come indebitarsi per 5 anni in 3 mesi).

Solo il tempo giudicherà la giustezza di queste scelte.

L'impressione odierna è che l'altruismo politico nasconda al suo interno il più grande degli egoismi.
Il viscerale amore per il consenso presente, l'unica linfa vitale di ogni classe dirigente.

- Silvia Romano

Perché insultare una giovane ragazza appena liberata dopo 18 mesi di prigionia ?

Vi disturba il riscatto ?

Vi disturba la conversione ?

O Vi disturba la forza che ha dimostrato nel saper resistere a 18 mesi di prigionia ?

Qualsiasi decisione abbia preso, è sopravvissuta.

Ha scelto di vivere.

- Virologi

Una delle pagine più pietose di questa pandemia spetta proprio agli "Scienziati" che nel nome della "Scienza esatta" e delle loro qualifiche, emettono sentenze così contraddittorie da far impallidire i quattro amici al bar.

Come l'acqua di Talete, l'aria di Anassimene, il fuoco di Eraclito o l'atomo di Democrito hanno tutti il loro archè.

Quante frustrazioni, quanta miseria in questa materia più umana che scientifica.

Di tanto in tanto, una Socratica ammissione d'ignoranza avrebbe salvato la categoria.