venerdì 6 agosto 2021

La ferita mentale dell'occidente post 11 Settembre e vent'anni di crisi continue (2001-2021) (Part 2 - La Cina)






Nella schizofrenica narrativa occidentale, dopo l'ebrezza della vittoria sul comunismo e un mondo unipolare guidato da un ordine liberale internazionale, il più grande problema degli ultimi decenni è rappresentato senza alcun dubbio dalla Cina, la sua ascesa e la sua agenda. 

Gli Americani, illusi nel loro mondo fatto di sogni, supereroi e realtà al di fuori del reale, si sono impegnati in una politica di "engagement" (coinvolgimento) e progressivo liberalismo nei confronti della Cina per scoprire, dopo venti e oltre anni, di avere sbagliato linea. 

Dagli anni '90 fino a Trump il mantra di ogni presidente democratico, ma anche dei due Bush repubblicani, è stato quello del coinvolgere la Cina all'interno delle istituzioni commerciali Internazionali sperando che, con l'accresciuto benessere, si sarebbe "occidentalizzata". Stessa disastrosa politica attuata in medio oriente e Afghanistan.

E qui ritorniamo al 2001, non l'11 Settembre ma bensì l'11 Dicembre. Il giorno in cui la Cina è stata ammessa nel WTO, il giorno in cui l'occidente ha iniziato a tagliare il ramo su cui si trova seduto o se preferito a srotolare la corda con la quale si sta strozzando.

Dal 2001 al 2016 i sognatori duri a morire hanno continuato a sperare che la Cina, crescendo e arricchendosi, si sarebbe democratizzata, aperta alla comunità internazionale e avrebbe rotto il suo sistema monopartitico. Niente di tutto questo è avvenuto, la Cina ha preso tutto quello che poteva prendere senza ringraziare nemmeno troppo e ha continuato verso il suo obiettivo (l'egemonia continentale) come un rullo compressore.

Possiamo biasimarla ? Certamente no. La Cina sta facendo esattamente quello che le altre potenze del passato hanno tentato di fare o nel caso degli Usa sono riuscite a realizzare. La Cina sta applicando alla sua politica una versione asiatica della dottrina Monroe. 

Solo una nazione ha raggiunto l'egemonia continentale al mondo e quella nazione è gli Stati Uniti. 

Per poter mantenere lo status quo attuale sono necessarie due condizioni:

1) Mantenere l'egemonia continentale (Usa)

2) Assicurarsi che nessun'altra nazione ci riesca (Cina)

Nel corso della storia ci sono stati quattro casi di nazioni che hanno cercato e/o sono riuscite per poco a raggiungere quell'obbiettivo. In tutti e quattro questi momenti gli Usa hanno fatto tutto quanto in loro potere per impedirlo. Parliamo della Germania Imperiale (prima guerra mondiale), Germania Nazista (seconda guerra mondiale), Giappone Imperiale (seconda guerra mondiale), Unione Sovietica (guerra fredda).

Oggi la Cina sembra seriamente intenzionata a rompere lo status quo mettendo una certa quantità di pressione e paranoia su Washington e l'occidente (vedi il recente swap Conte per Draghi e il riposizionamento post brexit dell'Italia nello scacchiere occidentale).

La politica Usa da "engagement" (coinvolgimento) si è quindi trasformata in "containement" (contenimento), la Cina a Washington non ha più amici. 

Gli Usa stanno cercando di contenere questa espansione utilizzando la narrativa climatica, i diritti umanitari, di genere e sessuali, i rapporti con gli alleati certi India, Australia, Giappone, Corea del Sud, Vietnam e cercando di vincere i più incerti come Filippine e Pakistan. L'occidente ha però anche bisogno della Russia per controbilanciare la Cina e la politica Usa nei confronti della Russia degli ultimi anni è stata catastrofica. 

Quanto tempo ancora prima che la Cina diventi una potenza egemone regionale, si riprenda Taiwan o come già si legge sulle tute degli atleti olimpici "Chinese Taipei" e spinga gli Americani a fare tutto quanto in loro potere, come sempre hanno fatto, per evitare questa ascesa ?

Quanto tempo prima che gli Usa utilizzino la dubbia provenienza del Coronavirus per presentare sanzioni e un conto internazionale piuttosto salato alla Cina ?

Il liberismo progressista e i sogni di esportazione di valori e democrazia sono finiti nella sabbia del medio oriente, è ora di tornare ad un po' di sana Realpolitik come quella praticata dalla Cina, per evitare ulteriori guerre e scontri che, restando le cose come sono oggi, tra qualche decennio sembreranno inevitabili.

Per approfondire questi temi vi consiglio un paio di libri:

John Mearsheimer's "The great delusion" : https://www.amazon.com/Great-Delusion-Liberal-International-Realities/dp/0300234198

e

Michael Auslin's "Asia's new Geopolitics" https://www.amazon.com/Asias-New-Geopolitics-Reshaping-Indo-Pacific/dp/0817923241"

I critici del realismo offensivo dicono che la Cina è in una posizione molto diversa dagli Usa di fine '800. I suoi vicini sono molto più potenti e meno intenzionati a lasciarle terreno. E' certamente vero, ma è anche vero che la Cina sa aspettare e crescendo a questi ritmi tra qualche decennio avrà una forza economica che nessun'altra nazione ha mai avuto. Meglio non perdere altri vent'anni.