giovedì 24 gennaio 2013

L'inghilterra scuote l'EuroTitanic



David Cameron ha parlato dell'unione Europea ricordando la storia e mostrando parecchio euroscetticismo. La sostanza del discorso ?! entro il 2017 un referendum nel quale i cittadini britannici dovranno decidere dentro/fuori dall'eurofiasco.

Nessun'altra nazione dell'unione ha mai parlato così formalmente di un passo indietro. Questo potrebbe avere delle implicazione a catene esattamente come accadde durante il trattato di Maastricht. Quanto Londra  si rifiutò di utilizzare l'euro, la Danimarca seguì a ruota sulla scia del "se lo fanno loro, possiamo anche noi ?"

Il partito independente inglese (quello di Nigel Farange, è passato dal 3% del 2010 ad una stima odierna che si aggira tra l'8 e il 14% ...) l'euroscetticismo è una cosa seria in vista delle prossime elezioni (2015).
L'inghilterra non discute il mercato unico, ma vuole riportare a casa alcuni poteri (soprattutto in materia di lavoro) che ha lasciato a bruxelles. L'euro non è, ovviamente, neanche in discussione.

Annunciare con 4 anni d'anticipo cose del genere la dice lunga sulla visione critica di Londra. Nel suo discorso di ieri, Cameron, ha toccato brillantemente tutti i punti chiave, ha iniziato spiegando come la geografia di un isola abbia formato la psicologia inglese (geopolitica) e come l'unione sia nata per evitare la guerra. Oggi però gli obbiettivi sono cambiati e il nuovo goal dell'euro è quello di assicurare stabilità e prosperità.

Ad oggi, da quando è nato il mitico euro, il risultato è .... giudicate voi.

Dagli euro-bancari-fanatici ovviamente si è innalzato il coro di buuu al discorso inglese con la Merkel a guidare la cozzaglia ricordando che anche gli altri paesi hanno le loro priorità, seguita da Martin (Kapò) Schultz che ha "avvertito" gli inglesi di non giocare "giochi pericolosi"....

Cameron ha ricordato anche come la produzione europea (nonostante alcuni paesi vadano bene) sia destinata a crollare di almeno 1/3 nei prossimi 2 decenni.

...while there are some countries within the EU which are doing pretty well. Taken as a whole, Europe’s share of world output is projected to fall by almost a third in the next two decades. This is the competitiveness challenge – and much of our weakness in meeting it is self-inflicted.

Capito Marietto, se la produzione europea è destinata a crollare di 1/3 nei prossimi 20 anni, ed alcuni paesi andranno bene (Nord) chi finisce in miseria ?! risposta esatta, sud europa.

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....chi pensa che gli inglesi cederanno la stessa sovranità che abbiamo dato noi ad un'armata brancaleone guidata dai tedeschi è proprio un illuso.