lunedì 28 aprile 2025

The Russian Expansionism Hoax: Why Europe’s Fearmongering Blocks Peace in Ukraine

"Stability and Security in the 21st Century" (Clinton - May 1998)


In April 2025, as the Ukraine war grinds into its third year, the United States, under President Trump, is pushing for a ceasefire to end the bloodshed. Yet, European leaders and Ukraine’s government are digging in, waving the tattered flag of “Russian expansionism” to justify their resistance. Sound familiar? It should. This fear of a Russian juggernaut poised to conquer Europe is as absurd as Nazi Germany’s Lebensraum or Italy’s Sacro Egoismo—propaganda myths that fueled wars by inflating threats. Today, Europe and Ukraine are falling for the same trap, blinded by fear and vested interests to the reality: Russia’s war in Ukraine isn’t the dawn of an imperialist rampage but a desperate brake on NATO’s relentless eastward march. Why can’t they see it? Let’s dismantle the nonsense and expose why this shortsighted obsession is prolonging a devastating war.

lunedì 21 aprile 2025

La doppia crisi dell’UE: Trascurare abitazione e benessere per ideologia e conflitti




La crisi del 2008 ha rivelato la fragilità delle economie occidentali, eppure i leader dell’UE hanno continuato a perseguire politiche che privilegiano agende ideologiche e conflitti esteri rispetto ai bisogni fondamentali dei cittadini. Mentre i prezzi delle case nelle principali capitali europee schizzano a 700.000 € per appartamenti modesti, i regolatori riversano miliardi nella guerra in Ucraina e in iniziative simboliche come le quote per la parità di genere e i mandati del Green Deal—politiche che ignorano il crollo della capacità di vivere dignitosamente per gli europei comuni. Questo post esamina come l’ossessione dell’UE per le “sconfitte strategiche” all’estero e il virtue-signaling interno abbiano aggravato le crisi domestiche, con l’abitazione come simbolo più chiaro del fallimento sistemico. Le lezioni di Vienna e Singapore offrono una via d’uscita, ma solo se la volontà politica si riorienterà verso i cittadini.


1. La guerra in Ucraina: una costosa distrazione dalla sopravvivenza interna

Dal 2022, l’UE e gli Stati membri hanno stanziato oltre 155 miliardi di dollari (146 miliardi di € ai tassi di aprile 2025) in aiuti militari, finanziari, umanitari e per i rifugiati all’Ucraina—una cifra che eclissa gli investimenti in edilizia, sanità o resilienza energetica. Sebbene la solidarietà con l’Ucraina sia moralmente giustificabile, la scala della spesa rivela una sproporzione nelle priorità:

  • Costo opportunità: I 146 miliardi di € destinati all’Ucraina potrebbero finanziare circa 2,2 milioni di unità di edilizia sociale (a 65.000 € ciascuna, adeguati ai costi di costruzione 2025), risolvendo il problema dei senzatetto per 5-6 milioni di europei. Invece, i senzatetto nell’UE sono aumentati del 15% nel 2023, senza inversioni di tendenza.

  • Autolesionismo economico: Le sanzioni all’energia russa hanno fatto schizzare i costi di elettricità e riscaldamento, colpendo soprattutto le famiglie a basso reddito. In Germania, i costi energetici domestici sono aumentati dell’80% dal 2021, con bollette medie passate da 1.500 € a 2.700 € annui entro il 2025. In tutta Europa, i prezzi dell’energia restano il 12% sopra i livelli prebellici, nonostante il calo dei prezzi all’ingrosso. L’industria tedesca, già sotto pressione per il Green Deal, affronta soprattassi energetici di 100 miliardi di € l’anno, accelerando la deindustrializzazione.

  • Illusione strategica: La fissazione dell’UE per una “sconfitta strategica della Russia” ignora la realtà del conflitto, con Mosca che avanza e le difese ucraine in crisi. Il rifiuto del Sud Globale di isolare la Russia, unito al calo del sostegno statunitense, rivela l’eccessivo impegno europeo. Le industrie difensive dell’UE restano impreparate a ricostituire le scorte, con il 52% dei contratti ancora basati su fornitori nazionali.

La guerra è diventata un buco nero per risorse che potrebbero stabilizzare il contratto sociale europeo. I politici la dipingono come una lotta esistenziale, ma ignorano le minacce reali: case inaccessibili, povertà energetica e una generazione perduta senza prospettive.


2. La disperazione abitativa: terreno fertile per il radicalismo

Precedenti storici:

  • Italia fascista (1922–1943): Il regime di Mussolini investì nelle Case Popolari per conquistare il sostegno operaio, presentandolo come un dovere nazionale.

  • Germania nazista (1933–1945): Il programma “Forza attraverso la gioia” prometteva case economiche per famiglie “ariane”, strumentalizzando la scarsità abitativa per colpevolizzare ebrei e “indesiderabili”.

  • Blocco sovietico (1945–1989): I regimi comunisti garantivano alloggi di Stato come parte del “contratto sociale”, usati per reprimere il dissenso.

Parallelismi moderni:

  • Giovani disillusi: In Spagna, dove l’80% degli under-35 non può acquistare una casa, il partito di estrema destra Vox è passato dal 3,7% nel 2015 al 12,4% nel 2024, conquistando 33 seggi al Congresso.

  • Rabbia degli affittuari: A Berlino, dove il 59% degli abitanti è in affitto, le proteste del 2021 contro i “padroni globalisti” hanno visto convergere estremisti di sinistra e destra. I prezzi delle case in Germania sono saliti del 24,5% (2015–2023), gli affitti del 20% (2010–2023).

  • Esplosione dei senzatetto: In Francia, i senzatetto sono aumentati del 50% dal 2012, raggiungendo 300.000 nel 2024. Il Rassemblement National di Marine Le Pen ha ottenuto il 37% alle elezioni UE 2024, cavalcando l’euroscetticismo.

Quando si perde la speranza di una casa, si cercano alternative radicali. Nel 2023, il 46% degli europei temeva di non trovare o mantenere un’abitazione adeguata entro 1-2 anni, alimentando sfiducia nelle istituzioni.


3. Vienna e Singapore: prove che le priorità contano

  • Lezione di Vienna (1917–1934): Dopo la guerra, i leader viennesi ignorarono ideologie e conflitti esteri. Tassarono i ricchi, costruirono case e investirono nella sanità. Risultato: un secolo di stabilità sociale.

  • Lezione di Singapore (1965–oggi): Lee Kuan Yew rifiutò la retorica della Guerra Fredda per concentrarsi su edilizia, istruzione e lotta alla corruzione. Oggi, i singaporiani godono di sicurezza abitativa grazie a priorità chiare.


4. Un piano per l’UE: case prima, ideologia dopo

Per salvare l’Europa, i leader devono:

  1. Ridirigere i fondi per la guerra: Destinare il 50% degli aiuti militari all’Ucraina (73 miliardi di €) a edilizia sociale e sussidi energetici.

  2. Riprendere il modello viennese: Introdurre tasse sugli extraprofitti immobiliari per finanziare alloggi pubblici.

  3. Adottare il pragmatismo di Singapore: Limitare l’acquisto di case da parte di stranieri, obbligare all’occupazione e concedere terreni pubblici per progetti accessibili.

  4. Fermare il suicidio energetico: Negoziare la pace in Ucraina per ripristinare flussi energetici economici.


Conclusione: Scegliere la sopravvivenza, non la vanità

L’UE è a un bivio: continuare a inseguire sogni geopolitici e simbolismi ideologici, o privilegiare la sopravvivenza dei cittadini. Vienna e Singapore dimostrano che la sicurezza abitativa è la base della prosperità—non quote di genere, tasse sul carbonio o guerre estere. Se i leader falliranno, governeranno un continente di affittuari, anziani in povertà energetica e industrie in fuga.

Chiamata all’azione:
Esigere un vertice UE su casa, energia e pace—non altri miliardi per guerre e virtue-signaling.


Dati aggiornati (2025):

  • Costi guerra Ucraina: 146 miliardi di € (2022–aprile 2025), inclusi 101 miliardi in donazioni e 54 miliardi in prestiti.

  • Bilancio UE per l’edilizia: Solo 5 miliardi di € annui (2021–2027), meno del 25% degli aiuti all’Ucraina.

  • Prezzi case in Germania: +24,5% (2015–2023); affitti +20% (2010–2023).

  • Chiusure fabbriche in Francia: 12% nel 2023; produzione industriale -5,8% (novembre 2023).

Letture consigliate:

  • Il sequestro dell’abitazione - Jaime Palomera (Ediciones Peninsula 2025).

  • The High Cost of Sanctions (Bruegel, 2023).

  • War and Welfare: Trade-Offs in Modern Europe* (Financial Times, 2024)

  • Singapore's Real Estate - 50 Years of Transformation (Wspc, 2016)

  • Vienna and the New Wohnkultur 1918-1938 (Oxford University Press, 2024)

The EU’s Twin Crises: Neglecting Housing and Prosperity for Ideology and War



The 2008 financial crisis exposed the fragility of Western economies, yet EU leaders have since doubled down on policies that prioritize ideological agendas and foreign conflicts over the basic needs of citizens. While housing prices in major EU capitals soar to €700,000 for modest apartments, regulators pour billions into the Ukraine war and symbolic initiatives like gender equality quotas and Green Deal mandates—policies that ignore the collapsing affordability of life for ordinary Europeans. This post examines how the EU’s obsession with "strategic defeats" abroad and virtue-signaling at home has deepened domestic crises, with housing as the clearest symbol of systemic failure. Lessons from Vienna and Singapore offer a path forward, but only if political will shifts toward citizens.

sabato 22 marzo 2025

Who the F!?K is Ursula Von Der Leyen ?




Alternative Title: 

The European Commission: Democratic Deficit and the Illusion of Accountability

The European Union (EU) is often hailed as a triumph of liberal democracy, a voluntary union of nations committed to shared prosperity and peace. Yet beneath its veneer of consensus-driven governance lies a growing democratic deficit, epitomized by the European Commission—an institution that increasingly resembles an unaccountable technocracy rather than a body rooted in the will of the people. From its origins as a modest administrative arm to its current status as a political powerhouse, the Commission’s evolution raises urgent questions about who holds power in Europe and why voters feel increasingly powerless to influence it.

domenica 16 marzo 2025

Il gioco britannico: Una storia di coalizioni contro le potenze continentali e l’appello per l’unità europea

 Introduzione


Nel corso della storia, la Gran Bretagna ha svolto un ruolo cruciale nel modellare il panorama geopolitico europeo, costruendo coalizioni per contrastare le potenze continentali dominanti. Dalla Francia di Napoleone alla Germania di Hitler e alla Russia odierna, la strategia britannica è radicata in un imperativo senza tempo: impedire l’unificazione dell’Eurasia sotto un unico egemone. Questo articolo esplora le coalizioni storiche della Gran Bretagna, le sue motivazioni geopolitiche, e sostiene che un’Europa forte e unita rappresenta l’antitesi dell’approccio tradizionale britannico del divide et impera.


Casi storici: l’eredità britannica nella costruzione di coalizioni

mercoledì 26 febbraio 2025

Suez 2.0: How America’s Betrayal of Europe Echoes a Cold War Humiliation—And Why Europe Must Wake Up



Introduction: A Familiar Script of Abandonment

The future of Europe, as of today, mirrors a tragic narrative of loyalty, betrayal, and geopolitical abandonment. Drawing from historical and literary parallels, Europe’s predicament evokes themes of subservience and disillusionment:

.. A couple of Literary Parallels...

lunedì 17 febbraio 2025

Digital Age Paradox: Why Modern Propaganda Struggles to Mobilize Masses for War



"From Mass Mobilization to Machines: The Dual Forces Reshaping Modern Conflict"


"Digital Age Paradox: Why Modern Propaganda Struggles to Mobilize Masses for War"

  • Explores the collapse of wartime idealism, from WWII’s fervent nationalism to Russia’s prison conscripts and Ukraine's draft evasion.

The Paradox of Propaganda: From Its Birth to Its Digital Decline

Propaganda, as a means of shaping public opinion, has existed for centuries, but its formalization can be traced back to the early modern era. The term itself originates from the Catholic Church's Congregatio de Propaganda Fide (Congregation for the Propagation of the Faith), established in 1622 to spread religious doctrine. Since then, propaganda has evolved into a sophisticated tool wielded by states, corporations, and ideological movements to influence masses.

giovedì 13 febbraio 2025

Shifting Realities: From Idealism to Pragmatism in U.S. and Western Leadership


The political pendulum in America has swung dramatically in recent years, offering a stark contrast between the idealistic ambitions of the Biden-era Democrats and the transactional pragmatism of the Trump-led Republican era. As the dust settles on policies once hailed as transformative, a growing chorus argues that the utopian visions of recent years—from gender ideology to geopolitical strategies—are colliding with hard realities. Here, we examine how the Biden administration’s ideals compare to Trump’s realism and why a recalibration toward a multipolar world order may now be underway.  

sabato 1 febbraio 2025

The Shrinking Hourglass: How Time Reshapes Art, Entertainment, and Human Creativity

The Shrinking Hourglass: How Time Reshapes Art, Entertainment, and Human Creativity 

Introduction

Time has always been the silent architect of human expression. From the campfire tales of ancient storytellers to the algorithmically curated TikTok feeds of today, the evolution of entertainment mirrors our ever-accelerating relationship with time. This journey—from the epic sagas of Homer to the 15-second viral clip—reveals a paradox: as art becomes faster to consume, its perceived value often diminishes. Has our quest for brevity sacrificed depth? And as AI begins to generate art, are we nearing the twilight of human creative primacy—or standing on the precipice of a new renaissance?

venerdì 31 gennaio 2025

Mi sveglio e imparo parole

Mi sveglio e imparo parole,

il loro significato, quante parole.

Piccoli abitanti dell'etere

lanciate al vento,

vagabondano

come foglie nella tormenta

lunedì 27 gennaio 2025

The Machinery of Dehumanization: Historical Echoes and Contemporary Parallells

The Machinery of Dehumanization: Historical Echoes and Contemporary Parallells

Introduction

Dehumanization, the process of stripping individuals or groups of their humanity, has long been a precursor to systemic violence and genocide. Philosophically, it represents a rupture in the ethical recognition of "the Other," enabling atrocities by eroding empathy and moral accountability. This article examines the mechanisms of dehumanization employed by Nazi Germany against Jews and Slavs, Imperial Japan’s atrocities against the Chinese through Unit 731, and explores analogous rhetoric and policies in the Israeli-Palestinian conflict. While historical contexts differ profoundly, the philosophical frameworks underlying dehumanization reveal unsettling parallels in how power structures justify oppression.  

sabato 25 gennaio 2025

Trump, il nuovo corso Usa e l'Europa nel baratro

Negli ultimi anni, ciò che sorprende non sono tanto le politiche divisive di leader come Donald Trump, ma piuttosto il modo in cui l'Occidente sembra aver abbracciato scelte e direttive che, a molti, appaiono discutibili e talvolta irrazionali. Dall'obbligo di sostituire le auto a combustione interna entro il 2035, passando per la transizione verde accelerata, fino alle accese discussioni sull'identità di genere e alle politiche vaccinali che hanno polarizzato le società, si è assistito a un profondo cambiamento culturale e politico.

In questo contesto, l'Europa ha assunto i tratti di un "Moloch burocratico", una macchina amministrativa iper-regolatrice che interviene in modo sempre più invasivo nella vita dei cittadini. Dalle sanzioni alla Russia, con l'annesso dibattito sull'abolizione della sua cultura, fino al sostegno incondizionato all'Ucraina – che molti interpretano idioticamente come una lotta simbolica contro un gigante in declino – si delinea un quadro complesso e frammentato, a tratti psicotico (non dimentichiamo i chip rubati dalle lavatrici, i condizionatori o la pace, le munizioni terminatem il massacro di Buca ecc ecc).

Questa deriva burocratica e ideologica, unita a decisioni che appaiono più dettate da pressioni globali che da un dialogo interno consapevole, ha condotto l'Europa verso un baratro economico, sociale e culturale. Nel frattempo, mentre gli Stati Uniti sembrano aver intrapreso un percorso di riposizionamento strategico, il Vecchio Continente appare sempre più intrappolato in un tunnel di trasformazioni rapide e incerte, senza che una chiara via d'uscita si profili all'orizzonte.

Gli Usa stanno cambiando rotta mentre l'Europa è ancora guidata da utili idioti che, al cambio del burattinaio, ora non sanno in che modo ricalibrare la filastrocca imparata a memoria negli ultimi anni.