giovedì 28 novembre 2013

Il Fenomeno Checco Zalone: “Sole a Catinelle”.. italian pride ?




A cura di Guido Rovatti


Che gran voglia che avrei di liquidare il film e tutto il cinema italiano (di oggi) dicendo che è una grande stronzata (oppure “una grande bellezza”).
Se non lo faccio è perché ho grande stima di Gianfranco Rosi (Leone d’oro per “il Sacro GRA” e che aprirà il festival del cinema d’autore di Belgrado tra pochi giorni) ed altri autori con del “fondo”.
Tornando a Checco, sarei disonesto se dicessi che non ho riso guardando il film. Tutta la sala ha riso, e questo non è un dettaglio di poco conto.
Non è certamente per il record assoluto di incassi che ora non sparo a 0 su questo prodotto “made in italy”, così come non mi limiterei a criticare la qualità del mangime di MC donald solo perché vende milioni di hamburger (e assume migliaia di giovani disoccupati).


Purtroppo, l’economia del cinema è una economia che si basa e fa leva sui “gruppi sociali”: non mira ad attirare quanti più singoli individui pensanti possibili, mira a vendere biglietti a “gruppi sociali”, poiché essi hanno il vantaggio di trascinare enormi moli di acefali spettatori paganti. Chi pensa è già di per se un emarginato (oltre che un rompicoglioni non-consumatore), poi comunque conta come una sola unità, e allora, a nessuno importa un cazzo, tantomeno a chi deve vendere quanti più biglietti possibili.
Aperta e chiusa parentesi sull’economia/marketing dell’industria cinematografica.
Tornando a Checco : è più furbo e intelligente di quello che vuole apparire di essere, e di film ne ha visti.
La sua presenza fisica è già di per se comica: si muove come un uomo di gelatina, pare avere la consistenza di uno spaventapasseri. Fa ridere.
Nella trama, lui e il bimbo (suo figlio) si muovono tra le macerie di una italietta in piena crisi (economica e di valori).
L’adulto e il bimbo, il padre e il figlio, sono da sempre una dicotomia (paura vs speranza,ingenuità vs consapevolezza) che in molti ambiti del cinema ha rappresentato una ossatura importante, fin dalle sue origini. Mi sento di esprimere un giudizio di merito al giovanissimo interprete del film (il figlio del protagonista), e sono convinto lo rivedremo in futuro,il suo nome è Robert Dancs.
N.B.: la cosa comica è che tra i due, il papà è il bimbo e il figlio è l’adulto (dicotomia inversa)
Che altro dire, la sigla iniziale è da crepapelle,le movenze di Checco sembrano una fusione tra Mr. Bean e Forrest Gump.
Vi consiglio di andarlo a vedere ?
Diciamo così, prima di andarlo a vedere fatevi una cortesia/regalo, guardatevi prima:
- Charlie Chaplin (il monello)
-Roberto Benigni (la vita è bella)
-Forrest Gump   (+ qualche episodio di Mr. Bean)