sabato 26 febbraio 2022

Una guerra folle scatenata dall'occidente

Brenno e Furio Camillo dopo il sacco di Roma del 390 a.c.


Vae Victis si diceva ai tempi dell'antica Roma, guai ai vinti. La storia la scrivono i vincitori e spesso molte delle cose che sappiamo sono frutto della loro narrativa. 

Se l'occidente uscirà vincitore da questo conflitto che ha iniziato con la Russia l'unica cronaca considerata veritiera sarà quella di un pazzo dittatore che all'improvviso ha deciso di attaccare la pacifica e democratica Ucraina. 

Oggi però quella storia la stiamo vivendo giorno per giorno e possiamo dire con certezza che le cose non sono andate in questo modo e anzi, possiamo affermare come l'occidente abbia fatto tutto il possibile affinché questa guerra fosse inevitabile.

Il mondo è ad oggi in una condiziona multipolare. Ci sono tre potenze mondiali, Usa, Russia e Cina, di queste tre una è anche potenza egemonica regionale (Usa). 
Due di queste si muovono sullo scacchiere internazionale utilizzando strategie ancorate alla Realpolitik, gli Stati Uniti operano secondo un'ideologia di egemonia liberale.
La storia insegna che le nazioni mosse dalle ideologie sono sempre le più pericolose. 
Così è stato per il Nazismo, per il Comunismo ed oggi per il liberismo occidentale. 
Il cui obbiettivo è quello trasformare il mondo in un grande mercato regolamentato da istituzioni governative non maggioritarie (l'Fmi, la Nato, l'Ue ecc) con a capo, direttamente o meno, Washington. 

Perché scrivo che questa guerra è stata scatenata dall'occidente ?  Molto semplice. 

Dopo la caduta del muro di Berlino l'occidente aveva promesso alla Russia che non avrebbe espanso la Nato verso est. Nessun documento venne sottoscritto ma tutti i partecipanti ricordano e confermano questa linea. Successivamente i membri della Nato vennero meno alla parola data espandendosi verso est per ben due volte, senza conseguenze, nel 1999 e nel 2004. 
Durante il meeting Nato di Bucharest del 2008 (3 Aprile) il comunicato finale congiunto dava il benvenuto all'Ucraina e alla Georgia come nuovi membri del patto atlantico.
Qui ha inizio tutto. 
 A credito della Germania e Angela Merkel va riconosciuto che la lady di ferro Tedesca espresse il suo disappunto e la sua contrarietà ad un'epilogo del genere. Alcuni europei avevano già capito allora che pensare di togliere l'Ucraina alla Russia senza conseguenze fosse una follia. 
Ma gli Americani s'impuntarono e alla fine, si sa, che sia Nato o Ue, sono loro a comandare. 
Dal 2008 al 2014 l'occidente ha martellato incessantemente utilizzando tre armi principali, Nato, Ue e rivoluzioni colorate (nel caso dell'Ucraina si tratta di quella arancione) fino a riuscire a rovesciare un presidente marionetta filorusso (Yanukovich) ed instaurare un loro pupazzo (Poroshenko). 
Mosca ha timidamente reagito reclamando la Crimea e sostenendo i territori orientali. 
Da allora ad oggi il Cremlino, dopo avere incassato una prima espansione Nato (1999), una seconda (2004) ed un rovesciamento di governo a Kiev (2014) senza praticamente ribattere ha chiesto garanzie scritte di non annessione alla Nato dell'Ucraina. Gli Usa non le hanno concesse e hanno chiaramente espresso come queste garanzie non verranno mai date lasciando, evidentemente, la Russia senza scelta. 

Per la Russia l'Ucraina è una condizione vitale. Non solo Putin ma probabilmente altri dieci o venti presidenti Russi al suo posto non permetterebbero mai a Kiev di entrare nella Nato.
 
E' un fatto triste da accettare per i sogni democratici Ucraini ma questa è la realtà, sono troppo vicini ad una potenza mondiale per essere "liberi". Le stesse regole sono state applicate dagli Usa in Cile nel 1973 dopo la vittoria di Allende o in Argentina con la dittatura militare e l'operazione Condor solo per citare alcuni esempi estremamente cruenti e "anti" democratici occidentali. 

Questa è la realpolitik che anche Washington ha saputo applicare benissimo quando ha fatto comodo.

Gli Usa oggi continuano a sognare di vivere in un mondo unipolare, come è stato per alcuni anni dopo la caduta del muro (1989-2001). Un mondo dominato da loro soltanto, in cui qualsiasi errore non è mai troppo grave. Un mondo in cui sono liberi di esportare il loro modello di "democrazia" iniziando guerre a piacimento e giocando a Godzilla contro Bambi.

Ecco in questo caso non è così. La Russia è una potenza globale e nucleare con la quale è necessario cercare un bilanciamento di potere e non uno scontro. La strategia Usa dovrebbe essere quella di spostare il baricentro verso il pacifico, avvicinarsi, allearsi alla Russia per contenere la Cina e non spingere Mosca tra le braccia di Beijing.

Ai posteri l'ardua sentenza con la speranza che in Occidente, qualche leader, dimostri di avere un po' di sale in zucca.

In ogni caso il nuovo confine tra Ucraina (o quello che ne resterà, se intera o divisa magari con una nuova capitale a Leopoli) e Russia sarà un nuovo confine in cui gli avversari (Nato e Russia) si fisseranno negli occhi direttamente senza più avere stati neutrali a garantire un maggiore strato di sicurezza. Il mondo sarà un luogo meno sicuro.

Per quanto riguarda l'UE e il nostro curatore fallimentare Mario Draghi, no comment. In questa faccenda noi non contiamo nulla, sono gli USA l'unico interlocutore. Gran Bretagna inclusa, primo vassallo. E' giusto notare come l'interesse dell'UE se potesse perseguirlo sarebbe quello di annettere la Russia (Haushofer, leggi anche: I padri della geopolitica)

Per quanto riguarda le Nazioni Unite, dove la Russia e la Cina hanno potere di veto, sono per il momento inutilizzabili da Washington.