martedì 29 luglio 2014

Exposure, popolarity and social risks.

In the past, the popularity of an individual was tied to his ability and to a real social utility or transposition. Today is just the exposure.
Getting exposure is the only obstacle for the differentiation of a person from another. In the era of Internet, information is  faster and superficial. Images and video are the main tools of communication. The devices have enlarged screens and even phones has been transformed from auditory to visual apparatus.

The certainty of sources and information on the Internet is difficult to verify, and then the users of the network can be defined as "potentially" more informed but actually more ignorant. The in-depth analysis have become almost useless, only short visual messages get attention. This superficiality of knowledge is also reflected in interpersonal relationships that also become increasingly shallow and fast.

Exposure is the sole end and the means by which to reach it does not matter.

Every talent or ability is now subject to the Exposure (and not the other way around) as a result once you get enough exposure you can perform multiple tasks. Let's take an extreme example to clarify the concept. Andrew Breivik, author of Utoya massacre in Norway in 2011,  got an exposure that allows him to do basically whatever he wants . Design a line of clothing, write a book or a movie or run a website. The outraged comments  all over the world would just be the best advertising.

This cultural and social trend continues to push us inevitably and increasingly rapidly downward 

We live in a cultural numbness generated by the flow of media images.



Nel passato la popolarità di un individuo era legata alle capacità e ad una sua reale utilità o trasposizione sociale. Oggi alla visibilità.
Ottenere visibilità è l'unico ostacolo per la differenziazione di una persona rispetto alle altre. Nell'era di Internet l'informazione è sempre più veloce e superficiale. Le immagini e i video sono lo strumento principale di comunicazione. I devices hanno allargato gli schermi e anche un semplice telefono si è trasformato da apparecchio uditivo a visivo.

La certezza delle fonti e delle informazioni su Internet è difficilmente verificabile e quindi gli utilizzatori della rete possono definirsi "potenzialmente" più informati ma realmente più ignoranti. Le analisi approfondite sono diventate pressochè inutili, solo i messaggi brevi e visivi ottengono attenzione. Questa superficialità di conoscenza si ripercuote anche nelle relazioni interpersonali che diventano anch'esse sempre più superficiali e veloci.

La visibilità è l'unico fine e il mezzo con il quale raggiungerla non ha alcuna importanza.

Ogni talento o abilità è oggi subordinato alla visibilità (e non viceversa) di conseguenza una volta ottenuta questa è possibile svolgere molteplici attività. Prendiamo un esempio estremo per chiarire il concetto. Andrew Breivik, autore della strage di Utoya in Norvegia nel 2011, ha ottenuto una visibilità tale da poter intraprendere, potenzialmente, qualsiasi attività. Dal creare una linea di vestiti ad un libro o un film o altro. I commenti indignati di mezzo mondo sarebbero solo la migliore delle pubblicità.

Questo trend culturale e sociale continua a spingere inevitabilmente e sempre più rapidamente la società verso il basso.

Viviamo una insensibilitù culturale generata da questo flusso infinito di immagini mediatiche.