sabato 24 ottobre 2020

La paura della paura stessa è la più grande paura.


La reazione Italiana (e non solo) alla sedicente pandemia è una vergogna per la sua dimostrazione di fragilità e debolezza.

Ogni giorno assistiamo al bombardamento mediatico da parte dei terroristi della disinformazione e scienziati frustrati in cerca di gloria.

Ma vi è un punto, lungo la linea del tempo, in cui il danno creato dalle misure preventive risulta superiore alla minaccia stessa.

La domanda è...

 Lo abbiamo già superato ?

Direi proprio di si.

Non vedo i carretti con i cadaveri ai lati delle strade e non sento il fischio delle bombe, per le quali venne imposto l'ultimo coprifuoco nel Luglio 1943 (dalle 20 alle 5).

La linea politica di questa Italietta viene dettata dalla Santa Sede più o meno dalla fine del Concilio Vaticano II (1965), lo è anche ora ?

Per salvarne uno moriamo tutti ? 

Pecorelle penitenti e obbedienti ?

I Sacerdoti, nella loro massima espressione di martiri, rappresentano uomini disposti a perdere la vita per salvare la fede. 

Ora rinunciano a somministrare i sacramenti e chiudono i luoghi di culto per un'influenza ?

Se l'Italia è un paese di anziani e questo virus è maggiormente pericoloso per loro non fermiamo le scuole, chiediamo a loro di restare a casa.

Le scuole, e quindi il futuro dei giovani, sono invece le prime ad essere sacrificabili. 

Non mi sembra una visione molto lungimirante. 

Direi più la visione di una egocentrica gerontocrazia cattocomunista, così codarda da accettare qualsiasi cosa per preservare la nuda vita.

L'induzione della paura e del terrore da parte delle istituzioni e dei media è un atto criminoso.

La paura ti circonda, attanaglia, blocca, impedisce il movimento, la reazione, paralizza.

Nei più grandi momenti di difficoltà della storia umana, dalle trincee della prima guerra mondiale ai campi di reclusione e sterminio, l'insegnamento non è mai quello di ingigantire il pericolo o il dramma ma bensì quello di cercare di sdrammatizzarlo, ridimensionarlo, affrontarlo.

Mentre qui cosa stiamo vivendo ? 

Un'inflazione di terrore ed una incredibile sproporzione tra il male e le cure preventive.

Un DPCM degno di una società libera responsabilizza il cittadino, non impone delle limitazioni.

Il paradosso è quello per cui la maggior minaccia alla salute diventi proprio la ricerca assidua della salute stessa.

Per difenderci dalla pandemia dobbiamo quindi rinunciare alla nostra vita ?

"Colui che ha paura di soffrire, soffre già di quella paura"

Michel de Montaigne