lunedì 9 giugno 2014

La crisi economica è in realtà una crisi creativa

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Ormai tutti sappiamo le ragioni della crisi che stiamo vivendo, tutti hanno le risposte e tutti descrivono più o meno esattamente quello che vedono. Spesso però l'analisi si ferma proprio a quello che è visibile.

In realtà oltre ad una crisi economica, la cosa più grave che la nostra società vive oggi, è la crisi di immaginazione che sembra avere infettato ogni ambito della cultura e della comunicazione. Se pensiamo alla storia della fantascienza moderna, dal suo inizio negli anni '20 fino al suo apice creativo negli anni '50 vediamo come fosse inarrestabile se paragonata ai giorni nostri.

La rivista Amazing Stories, nata nel 1926, conteneva racconti di Wells, Poe, Verne e poi più avanti di Asimov e presentava una fantascienza così lontana dalla realtà da lasciare a bocca aperta ad ogni racconto.  Ancora prima della fantascienza moderna Americana i semi della proto fantascienza risalgono all'Europa dell'illuminismo. MicroMega di Voltaire (1752) o il romanzo "L'Utopia" (1516) di Tommaso Moro nel quale il protagonista viaggia su un'isola dove vive una società ideale.  Idee che trovano, come quasi sempre accade, le loro più antiche origini in Grecia. Alla città ideale immaginata da Platone nella Repubblica e ai racconti di Luciano di Samosata (120 d.c.) dove i viaggiatori  sono capaci di scendere negli inferi e risalire per poi narrare le loro esperienze.



Se oggi guardiamo al cinema, e prendiamo come riferimento Hollywood, vediamo come non sembri più essere in grado di creare Utopie ma solo Distopie. L'immaginazione dell'uomo si è arresa alla crudeltà della sua natura e ci mostra solamente scenari apocalittici e catastrofici. Quando la rassegnazione non prende il sopravvento, in film come Minority Report (per citarne uno), il futuro è talmente vecchio e già immerso nel presente da fare scappare qualche sbadiglio.

L'uomo ha inventato questo linguaggio formale, questa funzione logica formata da simboli che esulano dalle percezioni che è la matematica. I numeri sono tutto quello che ha per poter soddisfare i suoi desideri e la sua sete di grandezza infinita. L'uomo macchina è solo in grado di calcolare. Ciò che non ha i "numeri" al suo supporto non conta niente, viceversa ciò che ha i numeri non ha bisogno di nient'altro. Questo significa consegnare il futuro nelle mani delle macchine che stiamo creando, arrenderci alla nostra avidità.

In quale direzione si muove il nostro presente e lo sviluppo tecnico ? Pensiamo alla guerra, da sempre campo centrale di innovazione, i robot/droni, gli iron man da combattimento telecomandati da soldati allenati ai videogames fin da bambini, sono ormai il presente. Ma anche qui la realtà è molto indietro sull'immaginazione. Philip Dick ci ha già detto tutto al riguardo. Queste invenzioni in campo bellico o finanziario (le macchine HFT che oggi controllano i mercati) sono solo al servizio e beneficio di pochi, e gli altri ?

Negli anni'50 l'evoluzione tecnica ed il benessere sociale erano guidati dai consumi di beni utili per la maggioranza delle persone, basti pensare agli elettrodomestici. Oggi il benessere è guidato unicamente dal bombardamento pubblicitario (marketing) per l'acquisto di beni inutili. Oggi è il marketing lo strumento tecnico psicologico che ha avuto la sua massima evoluzione. Sempre più violento nel tentativo di rendere necessario e indispensabile l'acquisto di  oggetti inutili con denaro che non si possiede.

Siamo nella famosa similitudine platonica della caverna. Oggi più che mai persi e ingannati ci uccidiamo dentro una spelonca inseguendo bugie. Gli uomini privi di filosofia e intelligenza sono paragonabili a prigionieri in una caverna, che possono guardare in una sola direzione perchè sono legati, con un fuoco dietro le spalle ed un muro di fronte. Tra loro ed il muro non vi è nulla; tutto ciò che essi vedono sono le proprie ombre, e quelle degli oggetti dietro a loro, proiettate sul muro dalla luce del fuoco. Inevitabilmente essi considerano queste ombre come reali e non hanno nozione degli oggetti cui sono dovute. Infine qualcuno riesce a fuggire dalla caverna alla luce del sole;  per la prima volta vede le cose reali e si rende conto che fno a quel momento è stato ingannato dalle ombre. Se l'uomo appena illuminato è destinato a diventare custode dell'intelligenza, sentirà che è suo dovere, verso coloro che erano prima suoi compagni di prigionia, rientrare nella caverna, insegnare loro la verità e mostrare loro la strada per uscire. Ma troverà molte difficoltà nel persuaderli perchè venendo dall'aria aperta, vedrà le ombre meno chiaramente di loro e sembrerà più stupido che non prima della fuga.

Il fare, il "Just Do It" equivale ad eseguire meccanicamente, c'è bisogno di uomini in grado di pensare e immaginare, uomini capaci di scappare dalla caverna e disobbedire alle regole delle ombre.

"La logica matematica ci può portare da A a B ma è l'immaginazione che può portarci ovunque" (A. Einstein)